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Web e fede: parole con “uno strano parallelo”

fedeSalvare, convertire, giustificare, icone, rete. Parole del web che hanno “uno strano parallelo con il mondo della fede”. Su questa riflessione s’impernia l’editoriale di fra Fabio Scarsato, direttore del “Messaggero di Sant’Antonio”, sul numero in uscita. “Se anche Dio – si domanda – abitasse il computer? Se vi fosse di casa, non solo nel senso ovvio che in esso si possono trovare miriadi di siti a lui variamente dedicati, ma proprio nel senso che anche in Internet, come nella creazione che ci attornia, come soprattutto nelle persone che ci circondano, c’è Dio, o comunque da lì a lui si può arrivare?”. E allora ecco le parole proprie del linguaggio informatico. A partire dal “salvare”, “nel tentativo di sottrarre all’oblìo, di far giungere a qualcun altro, di fermare un pensiero, una parola, di renderla pronta a nuovi accessi, a nuove comunicazioni”. “Salvare, anche nel regno del web, è operazione necessaria. E se ogni atto del ‘salvare’, anche quello eseguito nel computer, fosse traccia della nostalgia che è in noi di essere salvati?”. Poi c’è il “convertire”, cioè “carpire dalla vorace bocca del nulla ciò che abbiamo appena salvato, perché sia raggiungibile e condivisibile pur nella continua evoluzione dei linguaggi informatici. In fin dei conti, convertire non è, nel mondo informatico come nella Bibbia, il processo che testimonia l’importanza vitale della relazione e della comunicazione?”. Così pure “giustificare” e “icone”, che evidenziano – osserva il direttore – “l’urgenza di plasmare ciò che andiamo producendo secondo una forma che corrisponda al nostro gusto o alla nostra fantasia creatrice. Insomma, cerchiamo di rendere belli i nostri documenti piuttosto che il tema del desktop. E non è forse ciò nostalgia di una Bellezza più grande che illumini i frammenti delle nostre esistenze?”. Infine, “la stessa parola ‘rete’ mi richiama alla mente quella colma di pesci che Pietro e compagni pescatori tirarono su quella mattina, nel lago di Tiberiade, dietro suggerimento di un certo Gesù. Che in qualche modo li rese, appunto, ‘esperti della rete’”.