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A tu per tu con Mons. Jacques Behnan Hindo

13418833_594274544082886_7935636755358698281_nDIOCESI – Sono cinque anni che una guerra feroce tormenta la Siria. Una tragedia senza fine si è abbattuta sulla popolazione siriana, che le sanzioni imposte dalla comunità internazionale strangolano ancora di più. Mons. Jacques Behnan Hindo, Arcivescovo siro-cattolico alla guida dell’Arcieparchia di Hassakè-Nisibi. Proprio nella città di Hassakè lo scorso anno per l’avanzata dei miliziani jihadisti dello Stato islamico provocò l’esodo di massa di almeno 120mila persone e lo stesso vescovo fu impegnato in prima linea nel supporto a quelle popolazioni martoriate dalla guerra. Abbiamo avuto il piacere di raccogliere la sua preziosa testimonianza, concessa in esclusiva, per comprendere da vicino la delicata situazione in Medio Oriente, nello specifico in Siria.

MS: Ci troviamo con il Mons. Jacques Hindo, vescovo della Mesopotamia siriana, una zona molto calda dove c’è la guerra e le guerriglie dell’ISIS fanno strage in questo stato e siamo qui per chiedere informazioni. Qual è la situazione attuale in Siria?

La situazione in quasi tutta la Siria sembra, paradossalmente, andare bene. C’è stato il cessate il fuoco imposto dalla Russia e dagli Stati Uniti che ha impedito all’esercito siriano di avanzare. Inoltre nella zona della Mesopotamia siriana ci sono i curdi che combattono con gli americani l’ISIS, che erano giunti da Daesh fino ad arrivare a Raqqa dove ci sono circa 60 famiglie. Dove sono io, siamo circondati da daesh ad est, a sud e a ovest dai curdi, fino alla frontiera turca dove niente filtra. Dunque non abbiamo assolutamente niente.

MS: Dunque la situazione è paradossalmente stabile. Come sta procedendo Bashar-al Assad, il presidente della Siria, attualmente è criticato dai capi di stato delle nazioni occidentali, in modo particolare dagli Stati Uniti e molti chiedono una rimozione del suo ruolo in Siria? Com’è visto Bashar al-Assad in patria?

La Siria era chiusa fino al governo del padre di Bashar al-Assad. Con il governo del figlio la Siria si è aperta e fino al 2011e fino a quell’anno c’era la prosperità, libertà e democrazia. Come persona Bashar al-Assad è una persona intelligentissima, molto colta e aperta. Ho avuto la fortuna di parlare con lui e gli ho potuto illustrare la situazione della mia zona e so che ha delle idee molto precise sulla Siria, poiché tutti vogliono la divisione del paese in due o tre stati e lui è contrario e su questo e anche il popolo è contrario. Se lo potenze occidentali non vogliono Bashar al-Assad li capisco, perché non vogliono il simbolo, ma Assad è un simbolo e se si toglie questo simbolo, la Siria diventa come la Libia. È colui che unisce tutto il popolo ed il novanta per cento della popolazione è composta da sunniti e non da alauiti ed è a favore di Assad, così come l’esercito è composto da sostenitori di Assad. Un paese composto da alauiti si poteva fare solo quando Powell è venuto in Siria per chiedere una sospensione dei rapporti con l’Iran ed hezbollah e intrattenere una pace con Israele. Se Assad avesse detto di si e gli avesse chiesto 15 miliardi per creare questo stato allora si sarebbe fatto uno stato alauita, ma ne lui, ne il padre, ne i suoi oppositori, hanno avuto l’intenzione di dividere la Siria.

MS: Quindi Assad ricopre una autorevolezza politica e umana non indifferente, ma ci sono stati degli errori, delle leggerezze rispetto alle sue scelte politiche precedenti?

I primi errori ci sono stati commessi nella prima settimana della crisi, quando la mano dello stato era molto pesante a sud, ma le cose erano preparate, infatti avevano distribuito le armi già in tutta la Siria ed in seguito incominciarono ad apparire un po’ ovunque. Quindi la questione si era già preparata e non dal popolo. I musulmani insieme agli alauiti sono alla base dell’islam terrorista

MS: Quali sono i rapporti con la Turchia?

Erdogan è un dittatore, pensa di fare un califfato ottomano che ha perso per estendere la sua mano sui paesi arabi perché i fratelli musulmani si sono allargati in Tunisia, in Egitto e volevano ancora guadagnare la Siria, ma non ci sono riusciti perché c’è stata una espansione contro di loro da parte l’Arabia Saudita., la quale si trovava sola. Adesso gli americani devono intrattenere rapporti con l’Arabia Saudita, il Qatar per combattere contro la Siria e contro i curdi della Siria che vogliono fare una striscia su quella frontiera, che è composta da un quarto da curdi e il resto da siriani. Gli americani hanno imposto la loro visione alla Turchia.

MS: C’è stato un flusso ingente di migranti siriani nelle zone dei paesi europei e papa Francesco ha fatto un appello a tutti noi cattolici per accogliere nelle varie parrocchie almeno una famiglia di rifugiati. Che considerazione ha al riguardo?

Ero a Roma, quando il papa ha fatto questa dichiarazione, ma io non l’avevo sentita. Penso che questo papa sia molto umano ed è normale che un papa come lui dica di far accogliere per ogni parrocchia una famiglia di siriani, ma occorre andare oltre. Sia io in qualità di vescovo sia lui in qualità Papa, riteniamo che i siriani debbano rimanere in Siria anche se li c’è la morte, anche se non voglio far cadere l’appello del papa, però non si può dire agli emigrati siriani di trovare rifugio nelle parrocchie. A noi questo ci fa male, perché sia l’Europa, sia l’America non hanno capito che è nel loro interesse allacciare rapporti con la Siria e non con questi gruppi di terroristi. L’America aveva dichiarato di rivelare quali erano le fazioni terroristiche che operavano in Siria.

MS: Quindi le potenze occidentali utilizzano due pesi e due misure?

Come dico di solito: è il più forte che impone la sua legge e i suoi interessi sono al di sopra degli interessi di tutti gli umani, indipendentemente dal loro credo.

MS: Abbiamo avuto un punto di vista diverso rispetto a quello dei media occidentali, che cosa si sente di dire ai cristiani siriani e a quelli di tutto il mondo?

Lo dico da sempre, per l’Islam siamo, da tredici secoli, parte di un progetto di martirio. L’appello che chiedo è quello di aiutarci a vivere dove siamo noi, aiutateci a sopravvivere, e un domani, quando tutto questo sarà finito, aiutateci a ritrovare le nostre radici del lavoro della casa e non solo a farci spedire aerei per la sopravvivenza. Chiedo di non far spopolare il medio-oriente dai cristiani e di lasciarlo ai soli musulmani, perché se così avverrà i musulmani si spaccheranno in molte fazioni e per duecento anni ci sarà la guerra.

MS: Dunque il servizio welfare è garantito in quei territori dove c’è la guerra?

Parlerò della provincia dove vivo  nella Mesopotamia siriana. Gli ospedali ci sono, ma mancano le attrezzature. Le università funzionano, gli studenti ci sono e fanno gli esami regolarmente. Abbiamo dato tutto, ma la mia attività non consiste solamente nella preghiera, cerco di dare anche un aiuto concreto. Anche le scuole superiori funzionano, dove abbiamo svolto gli esami di fine liceo, e tutto è andato bene. Dunque la vita si svolge regolarmente ed è quasi tutto normale, ma sia nelle scuole sia negli ospedali mancano molte cose.

MS: Lei prima diceva si è incontrato con Assad qualche tempo fa, qual è il rapporto tra Assad e la comunità cristiana, c’è discriminazione?

In realtà no. A dire la verità da noi non si vuol parlare dei cristiani, dei musulmani, dei alauiti, ma si vuol parlare di tutti. Esistono comunità di siriani dal credo cristiano che svolgono al pieno la loro cittadinanza siriana, come tutte le altre comunità e non ci sono discriminazioni. Nella costituzione infatti è stata tolta la dimensione religiosa e la Siria può essere considerata come uno stato laico. Il laicismo da noi è promosso da due partiti: il partito nazionale siriano sociale e il partito baath. Da noi il laicismo esiste da ormai 40 anni, da quando è stata tolta la shari’a dalla costituzione, e oggi un presidente può essere musulmano, cristiano o di qualunque altro credo e questo è molto importante perché permette l’ uguaglianza della cittadinanza e questo con il passare del tempo diverrà sempre più normale. La costituzione permette la libertà di tutte le religioni, ma la religione non deve intromettersi nella vita politica del paese; ognuno deve essere libero di praticare liberamente la sua religione e questo è garantito dalla legge della nostra costituzione. Adesso si sta cercando, per mezzo della costituzione, di garantire l’uguaglianza tra l’uomo e la donna.

MS: Per quanto riguarda i diritti umani e delle differenze, la Siria deve ancora fare molto, la poligamia ad esempio…

La poligamia esiste in Siria, ma ciò dipende da un fattore religioso e non politico. Per quanto riguarda l’uguaglianza tra uomo e donna in Siria si stanno facendo molti cambiamenti. C’è infatti da noi una donna che è presidente della Camera dei Deputati  e questo è un fattore molto importante da noi; un fattore che non si vede però in nessun altro paese arabo. Assad ha una visione molto laica del mondo e ciò si esprime nel modo in cui lui legifera. Per lui le religioni devono rimanere nella loro sfera di influenza che è quella appunto religiosa, la religione islamica esprime invece la sua opinione riguardo ai temi della famiglia e della poligamia senza però che nessuna religione interferisca con altri credi religiosi. Tutti devono convivere sotto la legge che è garantita dalla nostra costituzione.