Camera e Senato rispondono all’appello di Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs), che ha chiesto alle istituzioni italiane di riconoscere ufficialmente come genocidio quello commesso da Isis nei confronti delle minoranze religiose in Iraq e in Siria. Se per la fede è martirio, alle istituzioni civili compete riconoscere il genocidio. Nei giorni scorsi Camera e Senato hanno presentato due mozioni sull’argomento che sono state firmate in totale da oltre un centinaio di parlamentari. Alla mozione della Camera, i cui primi firmatari sono Eugenia Roccella, Giancarlo Giorgetti e Emanuele Fiano, hanno aderito oltre 50 deputati di quasi tutti i gruppi (FI, FdI, Pd, Lega, Cor, Ncd, Idea). La mozione del Senato ha avuto come primi firmatari i senatori Maurizio Sacconi, Luigi Manconi, Lucio Malan e Gian Marco Centinaio. “Non dobbiamo abituarci al male, dobbiamo avere fiducia negli strumenti che la comunità internazionale può utilizzare per contrastare questo fenomeno non soltanto attraverso la sconfitta militare, ma anche attraverso la giustizia formale”, ha commentato Maurizio Sacconi, certo che la mozione verrà discussa al più presto in Aula. L’auspicio di Sacconi è che il governo italiano non si limiti a sostenere le organizzazioni umanitarie che cercano di assistere le minoranze religiose nelle aree controllate dallo Stato Islamico, ma che possa operare “nelle sedi sovranazionali affinché il diritto penale internazionale riconosca questo reato e la Corte di giustizia agisca di conseguenza”. Secondo Roccella “riconoscere il genocidio può essere utile non soltanto per mettere in moto strumenti di intervento internazionale, ma anche per risvegliare i mezzi di comunicazione. Non dobbiamo tollerare che la morte di un gorilla riceva più attenzione mediatica dell’uccisione dei cristiani”.

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