RamadanDi M. Chiara Biagioni

E’ iniziato lunedì 6 giugno per 1 milione e 700mila i musulmani presenti nel nostro Paese il mese sacro del Ramadan. E’ il mese nel quale, secondo la tradizione, Allah, attraverso l’Arcangelo Gabriele, ha rivelato il suo messaggio al profeta Maometto. Se l’inizio del Ramadan non è uniforme in tutti i Paesi musulmani del mondo perché è  legato dall’apparizione in cielo del primo spicchio di luna, è per tutta la comunità islamica mondiale un periodo dedicato alla preghiera e alla meditazione. L’osservanza del digiuno, “sawm”, è uno dei cinque pilastri dell’Islam e chiede a tutti i musulmani praticanti adulti e sani, dalle prime luci dell’alba e fino al tramonto, di non mangiare, bere, fumare e praticare sesso. Al tramonto il digiuno viene interrotto con un dattero o un bicchiere d’acqua. Poi segue il pasto serale (“iftar”). Il Ramadan dura 29/30 giorni e la sua fine quest’anno verrà celebrata martedì 5 luglio con la Festa di ‘id al-fitr.

“Cari fratelli e sorelle musulmani, in occasione del mese sacro di Ramadan, a nome della Chiesa cattolica italiana e mio personale desidero augurare di cuore a tutti voi che ciascun credente riceva i benefici spirituali promessi a chi obbedisce ai precetti dell’Altissimo con intenzione retta e impegno sincero”.

E’ il messaggio di augurio che monsignor Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone e neo eletto presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Cei, ha inviato ai musulmani e alle musulmane presenti in Italia ad inizio del Ramadan. “Quest’anno – scrive monsignor Spreafico – il mese sacro della fede musulmana si intreccia con un anno particolare della Chiesa cattolica, il giubileo della misericordia: e quindi, ancora più intensamente vogliamo pregare Dio Clemente e Misericordioso, affinché Egli si degni di benedire voi e noi tutti!  Ramadan Kariim, Ramadan generoso a voi!”.

“Siamo in un momento molto difficile e delicato, dal punto di vista dei rapporti del mondo con l’islam”, dice il vescovo raggiunto telefonicamente dal Sir. Ma non è il tempo di farsi prendere dalla paura. Ed aggiunge:

“La paura si vince innanzitutto con la conoscenza e noi dobbiamo imparare a conoscere l’islam ed evitare di dare giudizi semplificati sul mondo islamico senza capirne la complessità”.

Nel ricordare le tante iniziative promosse della Chiesa italiana, il vescovo osserva: “Non dobbiamo dare ragione  ai profeti di sventura che sono tanti e che sottolineano solo ciò che è negativo”. “L’invito che faccio è di trovare, laddove è possibile, modi per esprimere loro la nostra vicinanza e creare gesti che mostrino come noi, pur nella nostra diversità, possiamo aiutarci a vivere in maniera fraterna e non nell’odio e nella inimicizia”.

Vivere il Ramadan nei campi profughi non è facile e richiede grande spirito di sacrificio e fedeltà. Per questo la Caritas Hellas ha pensato ad un programma di alimentazione speciale. Siamo nel campo di Oreokastro dove dopo lo smantellamento di Idomeni, sono stati accolti 1.500 profughi, per la maggioranza siriani. Al servizio quotidiano di mensa – spiega Rino Pistonedella Caritas Hellas –  ci pensa l’Esercito ma la Caritas provvederà per questo mese a distribuire  un supplemento giornaliero di acqua (1 litro e mezzo di acqua a persona, vista la stagione particolarmente calda) e la distribuzione due volte a settimana di frutta e ortaggi per dare la possibilità ai seguaci di religione musulmana di avere a disposizione cibo fresco da mangiare prima dell’alba e dopo il tramonto.

In Italia, il Ramadan coinvolgerà 1 milione e 700mila persone. Tanti sono i musulmani presenti nel nostro Paese, pari al 32% del totale degli oltre 5 milioni di stranieri presenti in Italia.

Negli anni, l’islam è diventato la seconda religione più professata in Italia

ma tracciare una radiografia dai contorni precisi sulla presenza quantitativa dei musulmani in Italia, è impresa quasi impossibile perché non esistono archivi pubblici dedicati alle scelte religiose delle persone. Secondo le stime della Fondazione Ismu, gli stranieri di fede islamica presenti in Italia sono soprattutto marocchini, seguiti da egiziani, tunisini, bengalesi. Sunniti per il 98%. Nell’Unione europea sono 15 milioni (il 3% della popolazione).In Italia sono 6 le moschee attive: Segrate, Colle Val d’Elsa, Ravenna, Catania, Palermo. La Grande Moschea di Roma è la più grande d’Europa. Si contano poi sul nostro territorio oltre 700 sale di preghiera che fanno capo ad associazioni o centri culturali islamici.  Il 20 gennaio scorso una delegazione musulmana in visita in Vaticano, ha presentato personalmente a papa Francesco un invito ufficiale a visitare la Grande Moschea di Roma. Il desiderio espresso in quella occasione dalla delegazione di cui faceva parte anche l’imam Yahya Pallavicini, vice presidente della Co.re.is – Comunità religiosa islamica italiana -, è che la visita si possa realizzare nell’Anno giubilare della misericordia.

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