SgarbiCIVITELLA DEL TRONTO – Civitella del Tronto è uno dei comuni più caratteristici e belli dell’Abruzzo. Un abbraccio di case in un alto colle, spartiacque tra le valli del Vibrata e del Salinello, dominate da sua maestà la Fortezza Spagnola, un gigantesco scrigno di cultura su cui si può ammirare un altrettanto gigantesco panorama, d’eccellenza anche con la zavorra della foschia.

Alla fortezza ci si arriva dopo una ripida salita, in cui le grandezze di Piazza d’Armi e di Piazza del Cavaliere con gli sfondi dell’affascinante paesaggio marcuzziano e della Montagna dei Fiori, appagano ogni sensazione di fatica, in un vero e proprio cammino di bellezza.

All’interno della fortezza, il pomeriggio del 28 maggio è stato caratterizzato da un lato dalla mostra fotografica “Te la do io l’America, ritmiche visioni metropolitane” del fotografo rosetano Marco Cimorosi, avente come fonte d’ispirazioni le metropoli e dall’altra la collettiva d’arte dell’associazione “destinazionearte”, associazione culturale ed artistica presieduta dal critico d’arte Massimo Pasqualone, che ha coinvolto alcuni esponenti del mondo pittorico marchigiano e della Diocesi quali Carlo e Donato Gentili, Patrizio Moscardelli e Tiziana Marchionni, Pio Serafini, Giorgina Violoni e la professoressa Michela D’Alessandro.

In un bar nei pressi di porta Napoli, nel pomeriggio del 28 maggio, data d’inaugurazione degli eventi, la gente applaude le gesta di Vincenzo Nibali al Giro d’Italia, ma l’attenzione della Città di Civitella e dei tanti visitatori è rivolta ad uno dei più grandi esperti d’arte in Italia, sicuramente il più entusiasta, il più originale, capace di portare l’arte in televisione attraverso la sua competenza, oltre ad essere un personaggio televisivo a trecentosessanta gradi.

Si tratta di Vittorio Sgarbi, che accompagnato dal Sindaco Cristina di Pietro e dal Prof. Pasqualone, ha visitato dapprima la mostra “Te la do io l’America” di Marco Cimorosi, ammirando e talvolta commentando le varie opere.

Dopodiché, presso la Chiesa di San Giacomo della Marca, conascrata ai prodomi del XVII secolo, si è recato per la cerimonia d’inaugurazione delle mostre, in programma fino al prossimo 13 giugno: dapprima Sgarbi ha osservato le opere degli artisti presenti, poi è intervenuto su diverse tematiche quali la Biennale di Venezia, l’importanza e l’utilità delle Accademie nella formazione dei giovani artisti, la bellezza del paesaggio e la difficile tematica della volgarizzazione nell’arte.

L’intervento di Sgarbi è stato preceduto dai saluti della Sindaca Cristina Di Pietro e da Massimo Pasqualone.

Un incontro di grande interesse, in cui tutti i presenti sono rimasti incantati dalle parole di Sgarbi, capace di essere un eccellente cultore e narratore della sua più grande passione: la critica e la storia dell’arte che deve e dovrà essere il fulcro dell’Italia, genesi della cultura mondiale.

Per concludere il nostro racconto, lo abbiamo intervistato, ecco le sue parole e le sue emozioni.

Prof. Sgarbi, quali sono le Sue emozioni nell’ammirare il paesaggio del territorio marchigiano e abruzzese?

“Sono le emozioni di chiunque veda una cosa che è stata creata da Dio e che gli uomini hanno rispettato, rispetto a luoghi in cui non c’è stato il rispetto dell’uomo per la natura, che in parte, ovviamente, è stata anche violata in Abruzzo e anche nelle Marche, ma sono due regioni che hanno avuto minor danno dall’intervento degli uomini e quindi ritrovi paesaggi che erano stati evocati da Piero della Francesca o da Crivelli o da Lorenzo Lotto. Nel caso di questo luogo, affacciandosi dalla fortezza, vedi che intorno i punti di rottura sono piuttosto limitati il che è difficile in molti luoghi belli d’Italia e quindi qui hai una gratitudine anche verso l’uomo che non ha infierito sulla natura”.

Ha spiegato nel corso di questo incontro il ruolo della cristianità nella Storia dell’Arte, secondo lei da Critico, qual è il pittore nella Storia dell’Arte che meglio d’ogni altro si è espresso nell’esporre questo tema?

Raffaello Sanzio”.

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