Unicef“Tre neonati hanno perso la vita nel naufragio. Non sono i primi e purtroppo non saranno gli ultimi e si vanno ad aggiungere a quelli che abbiamo pianto negli scorsi mesi sulla rotta tra la Turchia e la Grecia. Sono ore di rabbia e sgomento perchè malgrado i superlativi sforzi della nostra Marina cui va il mio personale plauso, poveri innocenti indifesi pagano con la vita la fuga dalla povertà, dalla fame, dal terrore e dalle guerre”: lo dichiara oggi Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef Italia, rivolgendo un appello “alle istituzioni, ai partiti politici, alle ong impegnate in prima linea e ai cittadini, in questo momento così complesso e di non facile gestione. C’è bisogno di uno scatto di orgoglio comune come Paese e impedire che altri bambini perdano la vita nel peggiore dei modi, annegando. Nel 2015 700 bambini hanno perso la vita in mare, e il 2016 sta registrando lo stesso trend dell’orrore”. Come Unicef si dicono “a completa disposizione del governo per immaginare percorsi di protezione e assistenza sicuri in partenza e in arrivo per i tanti bambini in fuga e per inserire nel ‘Migration compact’ anche il tema dei minorenni accompagnati e non, o ragionare su una sorta di ‘migrant children compact’ che preveda tutte le misure e gli strumenti necessari”.
La complessità dei salvataggi in mare, prosegue, “ci fa assistere a dei veri e propri miracoli come quello della piccola Favour ma ci fa anche ripiombare subito nella disperazione. In attesa che alcune guerre vedano la fine e con esse certi viaggi della disperazione, tutto ciò è inaccettabile, lo diciamo da troppo tempo”. Mesi fa l’Unicef ha lanciato la campagna #tuttigiuperterra per dire basta bimbi morti in mare sulla rotta turco-greca. “Oggi ribadiamo con forza la necessità di mettere in campo idee, soluzioni, per impedire che lo scempio di queste morti avvenga anche nel nostro mare, come purtroppo, non dimentichiamolo, è già accaduto in passato. Serve unità nazionale per i bimbi migranti, un modello da esportare anche in Europa. Noi ci siamo”.

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