Don Ivan Maffeis“Di fronte a quello che sta succedendo a tanti media cattolici qualche iniziativa va presa. Lo dico per le tante situazioni che ho incontrato girando per l’Italia in questo ultimo anno. In tanti casi pesa la realtà economica”. È quanto ha affermato ieri pomeriggio don Ivan Maffeis, direttore dell’ufficio nazionale per le comunicazioni sociali (Ucs) della Cei, chiudendo l’incontro con i responsabili diocesani e regionali radunatisi a Roma.
Presente anche il direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della nostra diocesi Fernando Palestini.

“Di fronte alla minaccia della chiusura di decine di radio – ha annunciato don Maffeis – si è deciso di intervenire come Fondazione comunicazione e cultura della Cei proponendo alle diocesi, prima di svendere le frequenze, di accompagnare questa fase comprando le frequenze”. Un’idea che si è già concretizzata in alcune realtà. “Non può essere la strada del futuro ma dell’emergenza – ha precisato il direttore dell’Ucs – nell’attesa che la diocesi, nel giro di qualche anno, possa tornare in possesso delle frequenze”. “Dobbiamo dare un segno anche riguardo ai settimanali diocesani – ha aggiunto – rispetto ai quali si rischia di archiviare storie decennali, in alcuni casi secolari, senza che si batta ciglio”. Per far fronte a questo pericolo, don Maffeis ha proposto “un tavolo per un confronto operativo con un primo incontro da tenersi fra fine giugno e inizio luglio per ragionare insieme sul futuro della carta stampata”. Il direttore dell’Ucs ha anche sottolineato “la consapevolezza sempre maggiore dei vescovi italiani circa l’attività a livello diocesano di un ufficio strategico come quello delle comunicazioni sociali, che lavori nel quotidiano dei territori”. “Si tratta di rafforzare la stima reciproca – ha concluso don Maffeis – per poter sostenere insieme un servizio essenziale della Chiesa e per la Chiesa. Per questo continuiamo con la cultura dell’incontro”.

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