Patrizia Neroni

ACQUAVIVA PICENA – Venerdì 13 maggio, memoria della Madonna di Fatima, la comunità parrocchiale di Acquaviva Picena poco prima delle 21:00 si è riunita nella chiesa di san Niccolò per recitare insieme il Rosario delle Famiglie, evento che ha accomunato tutta la diocesi. Dopo il canto iniziale è stata letta tutti insieme una preghiera di invocazione allo Spirito Santo. In seguito è iniziata la recita del santo rosario. Cinque coppie, alcune delle quali accompagnate dai loro figli, hanno animato la preghiera mariana. Dopo la preghiera comunitaria il parroco don Alfredo ha impartito la benedizione sui fedeli. Al termine del rosario si è svolta la Celebrazione Eucaristica, presieduta dal frate francescano cappuccino padre Orazio del convento di Leonessa in provincia di Rieti e concelebrata da don Alfredo con l’assistenza del diacono permanente Giovanni.

Subito dopo il suono della campanella mentre i sacerdoti e i ministri si dirigevano verso il presbiterio, quattro giovani della parrocchia si sono seduti ai piedi dell’ambone con in mano una candela accesa ciascuno. La candela simboleggiava la Parola del Signore che è “Luce sul cammino degli uomini”.
Dopo l’atto penitenziale sono state lette ad opera dei catechisti quattro preghiere riguardanti proprio la Parola. Al termine delle preghiere i ragazzi si sono alzati e si sono posizionati intorno all’ambone, luogo infatti dove viene proclamata la Parola del Signore.
Nell’omelia padre Orazio si è soffermato principalmente sulle due opere di misericordia spirituali che erano il tema del terzo venerdì di Misericordia come stabilito da don Alfredo insieme al consiglio pastorale parrocchiale e degli affari economici. Le due opere meditate sono state: consigliare i dubbiosi e insegnare agli ignoranti. Padre Orazio ha sottolineato che: “ Per poter consigliare e insegnare bene agli altri dobbiamo prima noi stessi entrare in relazione con Dio e farci consigliare e insegnare. Alle nostre domande troviamo risposta nelle Sacre Scritture. La Bibbia ci permette di avere il giusto sguardo delle cose. La Parola deve essere sempre presente nella nostra vita, così che possa operare piano piano dentro di noi. Gli uomini hanno tanti consigli umani e terreni, ciò che manca loro è la via giusta da seguire, la Via di Gesù che è poi quella che dà la gioia più grande, quella che non tramonta mai. Solo nel Signore noi siamo in pace con noi stessi e con gli altri. Solo così siamo capaci di accettare tante cose che non ci piacciono e solo con l’aiuto dello Spirito Santo che ci dona il Consiglio e l’ Intelletto, siamo in grado di spiegarci i motivi di tante sofferenze. Ognuno di noi ha la propria strada da fare e ha bisogno dei consigli del Signore per poterla attraversare senza smarrirsi. Lui sa di cosa abbiamo bisogno già nel momento in cui il desiderio si forma nel nostro cuore, prima ancora che noi glieLo rivolgiamo sotto forma di preghiera. Dio vuole da noi solo la piena fiducia, vuole che ci lasciamo plasmare come un vaso dal vasaio. Lui conosce tutti i nostri tormenti. Le difficoltà e le incertezze sono tante, ma queste non possono ostacolare la Provvidenza del Signore sulle Sue creature. Egli chiede a noi la massima fiducia”. “Un buon cristiano” ha proseguito padre Orazio, “ è un uomo giusto, cioè colui che vede le cose per quelle che sono e non ha paura di dire le cose per come stanno anche se ciò che dirà o farà non sarà ben visto. Si è cristiani sempre e ovunque, non solo quando si prega o quando si và a Messa. Il cristiano è poi colui che mette a disposizione degli altri i proprio doni. Il Signore dona, a ciascuno di noi, dei particolari carismi e la Sua intenzione è quella di chiederci di metterli a disposizione degli altri. Noi riceviamo i doni e successivamente li ridoniamo agli altri. Quindi consigliare chi è nel dubbio e insegnare a chi non sa, diventa mettere a disposizione degli altri le nostre conoscenze, mettere a disposizione degli altri le stesse risposte che il Signore ci ha donato prima a noi, quando anche noi eravamo nell’incertezza”.

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