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Il manto della Vergine di Lujàn arriva nella nostra diocesi

mantelloDi Veronica Zagarra e Floriana Palestini

DIOCESI – La vicenda della Vergine di Lujàn risale al maggio del 1630, quando la sacra icona originaria del XIV secolo arriva in Argentina dal Brasile. A volerla fu un proprietario terriero, Antonio Farías, desideroso di edificare una cappella dedicata all’Immacolata Concezione nella sua hacienda (la sua proprietà). L’icona della Vergine cominciò a destare attenzione fin dal suo arrivo in Argentina: i buoi che trascinavano il carro su cui si trovava la Vergine si fermarono nei pressi del fiume Lujàn, a 67 km da Buenos Aires, e da lì non si mossero fin quando una delle due icone non venne rimossa. L’icona venne donata a una famiglia residente lì vicino, la famiglia De Oramas, e posta sotto la protezione di Manuel, giovane devoto della Madonna, che la custodirà per tutta la vita. Ci furono altri eventi legati all’icona della Vergine, già a fine Seicento nota con il nome di Vergine di Lujàn, eventi ritenuti prima inspiegabili e successivamente riconosciuti come miracolosi dalla Chiesa cattolica. Il riconoscimento ufficiale della sacra icona di Lujàn arrivò nel 1886 da parte di papa Pio XIII, cui venne presentata la domanda da parte della diocesi argentina e dei fedeli. Il pontefice benedisse la coroncina della Vergine e stabilì la festività nel sabato anteriore alla IV domenica dopo la Pasqua.

L’icona della Madonna, che attualmente si trova nel Santuario di Luján a Buenos Aires, in Argentina, è coperta da un mantello santo, segno della comunione e unità tra tutti i figli e devoti di Maria Santissima. Il cambio del mantello della Madonna, motivo di gioia per tutti i suoi devoti, si svolge ogni anno nel santuario argentino e arriva quest’anno per la prima volta nella nostra diocesi: per l’occasione gli amici della comunità Migrantes invitano tutta la comunità a partecipare alla S. Messa che si terrà domenica 15 maggio alle ore 18:30 nella chiesa di San Pio V a Grottammare.
La celebrazione sarà presieduta da don Romualdo Scarponi, e concelebrata da don Giorgio Carini e Don Luis Sandoval e animata dal coro multietnico di Ascoli Piceno e dalla comunità latinoamericana. «Anche noi ci rallegriamo per questo dono ricevuto dalla nostra comunità latinoamericana, una grazia che ci impegna con amore a diffondere la Sua devozione nella nostra diocesi e nel mondo intero», affermano pieni di emozione i portavoce dell’ufficio Migrantes, ricordando che al termine della S. Messa si potrà vivere insieme un momento conviviale.