PapaZenit di Luca Marcolivio

Nel giorno della loro festa, papa Francesco ha ricevuto in udienza le Guardie Svizzere e i loro familiari, rivolgendo un particolare saluto alle 23 reclute che hanno giurato nel pomeriggio. Dal Santo Padre è giunto “apprezzamento” e “gratitudine” per il servizio svolto dalle guardie, per la loro “disponibilità” e la “fedeltà alla Santa Sede”.

“È bello vedere dei giovani, come voi, che dedicano alcuni anni della loro vita alla Chiesa, segnatamente al Successore di Pietro: è un’occasione unica per crescere nella fede, per sperimentare l’universalità della Chiesa, per fare un’esperienza di fraternità”, ha detto il Pontefice rivolto alle Guardie, alle quali ha rivolto tre raccomandazioni.

In primo luogo, Francesco ha chiesto loro di “crescere nella fede”, vivendo il proprio lavoro come una “missione” affidata dal Signore. Il tempo trascorso a Roma dalle Guardie Svizzere, nel “cuore della cristianità” è “opportunità per approfondire l’amicizia con Gesù e camminare verso la meta di ogni vera vita cristiana: la santità”, ha detto.

Pertanto l’esortazione di Bergoglio è stata rivolta ad alimentare lo “spirito di preghiera”, in particolare con la partecipazione alla Santa Messa, coltivando una “filiale devozione verso la Vergine Maria”, per realizzare la “peculiare missione”, lavorando ogni giorno “acriter et fideliter”, con “coraggio e con fedeltà”.

Udienza guardie svizzere (foto Osservatore Romano)

Secondo obiettivo è stati indicato dal Papa nello “sperimentare l’universalità della Chiesa”, in particolare visitando le tombe degli Apostoli e la sede del Vescovo di Roma. “Voi avete così la possibilità di toccare con mano la maternità della Chiesa che accoglie in sé, nella propria unità, la diversità di tanti popoli – ha detto ancora alle guardie Svizzere -. Potete incontrare persone di diverse lingue, tradizioni e culture, ma che si sentono fratelli perché accomunati dalla fede in Gesù Cristo. Vi farà bene scoprire la loro testimonianza cristiana e offrire, a vostra volta, una serena e gioiosa testimonianza evangelica”.

Terza esortazione rivolta alle guardie, ha riguardato il “fare esperienza di fraternità”, ovvero “essere attenti gli uni agli altri”, per arricchirsi e sostenersi reciprocamente nel lavoro quotidiano, ricordando sempre che «si è più beati nel dare che nel ricevere» (At 20,35).

Il Santo Padre ha anche auspicato la valorizzazione della “vita comunitaria”, la “condivisione dei momenti lieti e di quelli più difficili, prestando attenzione a chi tra di voi si trova in difficoltà e a volte ha bisogno di un sorriso e di un gesto di incoraggiamento e di amicizia”, testimoniando “gentilezza e spirito di accoglienza, altruismo e umanità verso tutti”, ha affermato, prima della benedizione finale e dell’affidamento a Maria Santissima delle Guardie Svizzere e dei loro familiari e amici.

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