ALEPPO SIRIAUn comunicato diffuso ieri sul sito del Centro Astalli rende noto che il Servizio dei Gesuiti per i rifugiati (Jrs) della regione Medio Oriente e Nordafrica (Mena) a seguito di “un’eccezionale ondata di violenza, come misura precauzionale dal 3 maggio, in Siria ha sospeso, con grandissimo rammarico, con effetto immediato tutte le attività (centri di distribuzione aiuti, ambulatorio, mensa) ad Aleppo fino a nuovo ordine. Tuttavia le condizioni di sicurezza verranno nuovamente valutate”. Il Jsr denuncia l’escalation di violenza di questi ultimi giorni: “attacchi massicci causati da granate ad Aleppo e nei dintorni. Si registrano diversi feriti gravi tra i civili”, “bombe da mortaio sono cadute proprio accanto al centro di distribuzione e vicino all’ambulatorio gestiti dal Jrs”. Inoltre, “fin dalle prime ore del mattino, diverse bombe da mortaio sono cadute sulla moschea Al-Rahman Mosque accanto alla mensa del Jrs. Zone in cui abbiamo centri di distribuzione e dove effettuiamo visite a domicilio alle famiglie più vulnerabili sono soggette a pesanti e continui bombardamenti”. Il Centro Astalli (sede del Jrs in Italia) si unisce all’appello dei colleghi in Siria: “Nell’interesse e per l’incolumità della popolazione civile di Aleppo chiediamo a tutte le fazioni belligeranti di sospendere immediatamente ogni ostilità. Vogliamo esprimere la nostra solidarietà con tutte le vittime e preghiamo che la pace ritorni ad Aleppo e in tutta la Siria al più presto”. Padre Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli aggiunge: “oggi è un giorno molto difficile per tutto il Jrs. Ci appelliamo alle istituzioni nazionali e sovranazionali, alle organizzazioni internazionali, alle diplomazie attive nell’area perché sia fatto quanto necessario per stabilire una tregua ad Aleppo e in tutta la Siria. La popolazione civile è allo stremo. Bisogna immediatamente aprire una via di pace. Chiediamo inoltre che l’Europa apra immediatamente canali umanitari per far giungere la popolazione siriana a chiedere asilo in sicurezza. Servono visti temporanei e misure di accoglienza e protezione per uomini e donne vittime incolpevoli di un conflitto che deve cessare immediatamente”.

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