papa francesco santa marta“Annuncio, intercessione, speranza”. E’ l’identikit del cristiano, “che spera che il Signore torni”. A tracciarla, nel giorno in cui ricorre il 43° anniversario della sua professione religiosa, è stato il Papa nell’omelia della messa celebrata ieri a Santa Marta. “Gesù è vivo!”, ha ricordato:  “Questo è l’annuncio degli apostoli ai giudei e ai pagani del loro tempo e questo annuncio è stato testimoniato anche con la loro vita, con il loro sangue. Questo è l’annuncio della vita cristiana: Cristo è vivo! Cristo è risorto! Cristo è fra noi nella comunità, ci accompagna nel cammino”. Tante volte, ha commentato Francesco, si “fa fatica a ricevere questo annuncio”, ma Cristo risorto “è una realtà” ed è necessario dare “testimonianza di questo”. Poi l’intercessione: durante la Cena del Giovedì Santo, Gesù dice agli apostoli che erano tristi: “Vado a prepararvi un posto”. “Come prepara il posto Gesù?”, si è chiesto il Papa. “Con la sua preghiera per ognuno di noi”, la risposta: “Gesù prega per noi e questa è l’intercessione. Gesù lavora in questo momento con la sua preghiera per noi. Così come a Pietro ha detto una volta ‘Pietro io ho pregato per te’, prima della passione, così adesso Gesù è l’intercessore fra il Padre e noi”. E come prega Gesù? “Credo che Gesù faccia vedere le piaghe al Padre, perché le piaghe se le è portate con sé, dopo la Resurrezione: fa vedere le piaghe al Padre e nomina ognuno di noi”, la risposta di Francesco. Infine, la terza dimensione del cristiano, che “è una donna, è un uomo di speranza, che spera che il Signore torni. Tutta la Chiesa è in attesa della venuta di Gesù: Gesù tornerà. E questa è la speranza cristiana”. “Ci farà bene domandarci questo sulla nostra fede”, ha concluso il Papa: “Credo nell’annuncio? Credo nell’intercessione? Sono un uomo o una donna di speranza?”.

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