Don Ciotti“Libera è da sempre accanto ai familiari delle vittime delle mafie. Con loro è impegnata in tanti progetti. Con loro, e per loro, organizza il 21 marzo, la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Ne ha conosciuto il dolore, la forza, la dignità, la tenacia nel richiedere verità e giustizia, l’impegno nelle associazioni, nelle carceri minorili, nelle scuole per contrastare le radici della mentalità mafiosa. Meglio di altri comprende allora il loro sdegno e la loro incredulità di fronte alla scelta di una nota trasmissione di dare spazio questa sera al figlio di Totò Riina”. Lo scrive, in una nota, don Luigi Ciotti, presidente di Libera. “C’è chi parla di diritto di cronaca. Ma il libro scritto da Giuseppe Salvatore Riina – a quanto si evince da un’intervista oggi pubblicata – non aiuta a dissipare le ombre che ancora avvolgono le stragi di mafia e la rete di complicità, omissioni e silenzi che le ha favorite. È un racconto di vita famigliare, a tratti idilliaca, dove la figura del padre, descritta in termini affettuosi quali Giuseppe Salvatore Riina ha tutto il diritto di usare, oscura quella del boss che ha mandato a morte tante persone e distrutto altrettante famiglie. Cosa c’entri questo col diritto d’informazione non è dato di capire”, prosegue don Ciotti. E, sottolinea il presidente di Libera, “se si può comprendere che un editore, allo scopo di profitto, non si faccia scrupoli a pubblicare testi di questo genere, altro conto è quello di uno spazio come quello televisivo – a maggior ragione se alimentato in quanto pubblico da un canone – che dovrebbe fornire un’informazione che aiuti la crescita culturale del paese, che non offenda la sensibilità degli italiani onesti e soprattutto la dignità e il dolore delle famiglie di persone che per il bene comune hanno sacrificato la vita”.

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