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Comunanza, a tu per tu con Barbara Tanucci, quando la passione diventa lavoro tra estro e creatività

BarbaraDi Massimo Cerfolio

COMUNANZA  Fotografare significa essere capaci di immortalare per sempre un momento irripetibile, che sia un sorriso, uno sguardo, un soggetto, un paesaggio. Vuol dire saper cogliere l’attimo perfetto per imprimere su una pellicola un’immagine indelebile di vita. La passione per la fotografia, però, può anche diventare uno spunto per portare nella vita lavorativa una capacità ed una professionalità artistica legata alla macchina fotografica, ad un’istantanea che “cattura” qualcosa pur lasciandolo libero. Questa la passione diventata lavoro per Barbara Tanucci, piccola imprenditrice a cui abbiamo rivolto alcune domande.

Prima domanda quasi d’obbligo. Cos’è per te la fotografia?
Considero la fotografia come una sorta di “luogo” dove posso rifugiarmi ogni volta che ne ho bisogno, ogni volta che mi serve serenità e pace, aggiungo anche che la fotografia è per me una sorta di cura che mi aiuta ad essere migliore come persona e che riesce a tirar fuori tutta la parte buona che c’è in me. Infine è anche un po’ il mio diario segreto dove appunto degli attimi che la vita mi ha donato e mi ha fatto vivere e che sicuramente non torneranno più… o se tornano avranno nuove sfaccettature da ri-fotografare.

Quando hai iniziato la tua attività da professionista?
Da circa un paio di anni. Era il mio sogno da sempre fin da ragazzina, ho iniziato tantissimi anni fa frequentando una delle scuole più facoltose di Fotografia, l’Istituto Europeo di Design. Finito il percorso di studi ho lavorato in uno studio di Macerata che a malincuore lasciai quando mio padre mi chiese di tornare per aiutarlo nell’azienda di famiglia dove sono impegnata tutt’ora. Non ho comunque smesso di fotografare, lo facevo quando potevo con la mia vecchia Reflex analogica senza aggiornarmi più di tanto con la nuova tecnologia del digitale. Ma nel cuore ho sempre pensato che fosse quella la mia strada e cosi un giorno, incoraggiata da un mio amico, che mi ha sempre sostenuto in questa passione, ho accettato un suo dono… mi aveva iscritto ad un corso di Photoshop. Da lì son partita a comprarmi la mia prima Nikon Digitale e così ho iniziato ad accettare piccoli incarichi quasi per gioco ricevendo sempre ottimi apprezzamenti per i lavori svolti. Tantissime le persone che mi spronavano ma mi è sempre mancato un po’ il coraggio che però alla fine è arrivato, ho fatto un grosso respiro e mi sono buttata ed adesso ne sono felicissima soprattutto perché il mio lavoro è ben apprezzato e pian piano ho acquisito quella sicurezza che sempre mi era mancata e che mi bloccava le ali. Naturalmente mi sono dovuta rimetter sotto, rimboccarmi le maniche con tanto sacrificio, ma si sa i sogni non si avverano cosi per caso, sono fatti di tanta fatica e le mie fatiche oggi mi rendono veramente felice.

 Come riesci a conciliare le due attività?
E’ veramente dura, l’azienda di famiglia mi assorbe molto ma ho deciso comunque di dedicare del tempo alla fotografia, posso dire comunque che la mia settimana lavorativa ad oggi non è più di cinque giorni ma di sette (ride mentre lo dice) e qui mi ricollego al discorso dei sogni si avverano solo se veramente lo vogliamo altrimenti resteranno solo sogni.

Chi sono i principali clienti?
Bambini, mamme in dolce attesa, coppie che si sposano, insomma tutti quelli che hanno voglia di liberare l’amore e fermarlo in ricordo con un fotogramma che potranno guardare e ricordare per sempre.

Come hai superato i momenti di difficoltà?
Sono una persona positiva per natura, affronto le difficoltà senza troppo piangermi addosso, ce ne sono state, ci sono e ce ne saranno ma quando si tiene ad un progetto non ci si lascia intimorire e spaventare di nulla, oggi più che mai sono convinta che questa è la mia strada e che più nessuno mi fermerà.

Quali sono secondo te le caratteristiche che un fotografo deve avere?
 Non è facile rispondere, io prediligo la spontaneità nelle foto, cercare quell’attimo che di solito si trova fra una posa e l’altra, far vedere ad un cliente quello che i suoi occhi normalmente non riescono a percepire, pensiamo ad un ritratto ad esempio… quando la persona guardando la foto vede oltre quello che vede specchiandosi… allora ecco…il fotografo ha centrato il suo obbiettivo. Naturalmente ci deve essere anche tanta conoscenza tecnica, preparazione etc.   Ma quello che fa la differenza è secondo me riuscire a fermare attimi che normalmente non riusciamo a cogliere.

Hai fatto diventare l’amore per la fotografia il tuo lavoro, sei consapevole di ciò?
Si assolutamente, ognuno dovrebbe fare il lavoro per cui sente di essere portato, bisogna provare, osare, e nel mio caso anche lottare… Nella vita ci sarebbe sicuramente meno malessere se ognuno di noi potesse svolgere come lavoro luna sua passione. Inseguire i nostri sogni anche nel mondo lavorativo vuol dire imparare ad essere se stessi, oggi io sono me stessa ed è una bella sensazione…