EvangeliarioDurante la celebrazione della Veglia Pasquale a San Pietro è stato utilizzato un prezioso evangeliario, che è in se stesso una testimonianza tangibile di fede. Si tratta dell’opera di un orafo ungherese, Csaba Ozsvári (1963-2009), donato dalla Conferenza episcopale ungherese a Giovanni Paolo II in occasione della sua prima visita in Ungheria, nel 1991. A darne notizia è l’Ambasciata d’Ungheria presso la Santa Sede, che ricorda come l’evangeliario di Ozsvári è entrato a far parte delle suppellettili sacre della Sagrestia Pontificia ed è stato utilizzato regolarmente sia da Papa Benedetto XVI che da Papa Francesco, specialmente in occasione della Veglia Pasquale e della Pentecoste. La copertina anteriore è ornata dalla figura dell’Agnello di Dio al centro della Croce e, negli angoli, dai simboli dei quattro evangelisti. Nella copertina posteriore è raffigurata invece la Madonna Patrona Hungariae, con a capo la Sacra Corona, attorniata da quattro santi ungheresi: i re Stefano e Ladislao, il Principe Emerico e il Vescovo martire Gerardo. Lo stemma dell’Ungheria e quello di Giovanni Paolo II richiamano la storia della donazione. L’orafo Csaba Ozsvári, scomparso prematuramente, è stato non solo un insigne maestro dell’arte sacra ma, prima di tutto, un uomo di profonda fede. Ne sono testimonianza proprio le sue opere. Riteneva che per l’arte sacra fosse indispensabile rivivere ogni volta il proprio rapporto personale con Dio attraverso l’oggetto liturgico in lavorazione. Scrive di lui uno dei suoi più prestigiosi committenti, il cardinale Karl-Josef Rauber: “Non ha voluto cedere alle tendenze individualiste e troppo moderne, le sue opere hanno invece seguito in tutto la viva tradizione dell’arte sacra. Così pure la sua vita di preghiera, tutto il suo atteggiamento, la sua vita familiare mi hanno convinto che egli ha guidato la sua famiglia del tutto secondo la volontà di Dio, ed è stato un bravissimo padre di famiglia e un marito esemplare”.

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