Di Floriana Palestini

DIOCESI – Chi avrebbe pensato che decine di ragazzi e ragazze si sarebbero ritrovati in una via del centro, solitamente da loro frequentata in altri orari e con altre compagnie, per vivere un momento di fraternità e camminare dietro la croce di Cristo. È proprio quello che è successo mercoledì 23 marzo: i giovani di tutta la diocesi si sono dati appuntamento a metà via Mentana per cominciare da lì il pellegrinaggio che li avrebbe condotti di fronte alla porta santa della Cattedrale. In occasione della GMG diocesana 2016, infatti, i giovanissimi e giovani hanno vissuto il loro giubileo, varcando la porta e ricevendo l’aspersione con l’acqua benedetta.
All’interno, i ragazzi hanno trovato una cattedrale insolitamente spogliata dei banchi (almeno nella parte di navata più vicina all’abside), che sono finiti nelle navate laterali per ospitare le postazioni delle confessioni.
Dopo la proclamazione del vangelo (Lc 19, 1-10) il vescovo Bresciani si è soffermato su alcuni aspetti del brano, individuando dei verbi che potessero identificare e riassumere la vicenda di Zaccheo (discorso trascritto): «Il primo verbo è cercare: Zaccheo cercava Gesù e noi siamo qui stasera a fare altrettanto. C’è un ostacolo a questa ricerca, ovvero la folla, poiché la gente qualche volta ci impedisce di cercare Gesù.
Un altro verbo è correre: Zaccheo corre avanti, prende l’iniziativa. Bisogna prendere iniziativa ragazzi, non possiamo stare ad aspettare. Ma per quanto egli corra avanti, la folla gli impedisce ancora di vedere Gesù. Zaccheo ha anche inventiva e fa funzionare il cervello salendo sul sicomoro: nonostante lui sia il capo dei pubblicani, una persona rispettabile, si arrampica su un albero, non ha vergogna. Lui vuol vedere Gesù e non gli importa di nessuno. Quante volte invece noi, ragazzi, proviamo vergogna e per vergogna ci rifiutiamo di incontrare Gesù? Quando poi giunge sul luogo Gesù, quest’ultimo alza lo sguardo e dice a Zaccheo: “Scendi” e poi aggiunge “scendi subito”; quando Gesù ci chiama dobbiamo farlo subito, non possiamo rimandare, non possiamo dire “ma sì, domani”. Gesù aggiunge: “Devo fermarmi a casa tua”. Ma come? Incredibile. Gesù vuol fermarsi con noi, ragazzi, vuole una familiarità con noi e stasera ci dice: “Io voglio fermarmi a casa tua”, a ciascuno di noi. Uno che vuol stare con me vuol dire che è uno che è amico e lo vuole manifestare. Zaccheo scende quindi in fretta e accoglie Gesù pieno di gioia, è stupito. C’è ancora la folla vicino a Zaccheo, vista qui come un elemento negativo che allontana l’uomo da Dio. Per fortuna Zaccheo non ascolta il mormorio della gente, non si lascia influenzare. Lui è un uomo libero, si alza pubblicamente e dice la cosa più impensabile (“Do la metà di ciò che possiedo ai poveri”); la gente mormorava contro di lui e Zaccheo si manifesta molto meglio di ciò che la gente immaginava.
“Restituirò quattro volte tanto”: Zaccheo comprende che il vero pentimento è restituire, dopo che si è peccato. L’incontro con Gesù ci cambia: non è più importante il denaro, è importante essere onesti davanti a Dio. Zaccheo ha capito questo e lo dice davanti a tutti, e qui la risposta di Gesù: “Oggi per questa casa è venuta la salvezza”, perché anche Zaccheo, peccatore, è figlio di Dio. Gesù dice che tutti siamo figli di Dio e siamo amati da Lui, anche se abbiamo sbagliato, ma dobbiamo imparare a fare come Zaccheo, altrimenti Gesù ama ma non c’è una risposta.
L’ultimo verbo: siamo partiti con Zaccheo che cercava di vedere Gesù e il vangelo chiude con “il figlio dell’uomo è venuto a cercare”. Ma allora chi è che cerca? Zaccheo è andato a cercare Gesù ma prima ancora era Gesù che cercava Zaccheo. La nostra ricerca trova la sua conclusione quando incontriamo Gesù che cerca noi ed è molto bello pensare che Gesù mi cerca. Provate a pensare di essere come Zaccheo: che cosa sto cercando io? Mi lascio cercare da Gesù o mi faccio frenare dalla folla? So staccarmi o mi lascio condizionare? So avere questa generosità che il peccatore Zaccheo ha avuto mentre quelli che lo criticavano non hanno avuto? Questa sera Gesù vi abbraccia teneramente e dice a ciascuno di voi “ti ho cercato, ma adesso ti ho trovato e sono pieno di gioia”».
Dopo l’omelia del vescovo Carlo, è partito il tempo delle confessioni: i numerosi sacerdoti presenti si sono disposti lungo le navate laterali della cattedrale per accogliere i ragazzi e consegnare loro, al termine della riconciliazione, una bustina di semi di fiori, da piantare ad aprile e da veder germogliare verso luglio, quando partir il gruppo della GMG per Cracovia. L’incontro pasquale dei giovani della diocesi si è concluso con una intensa preghiera, pronunciata da tutti i presenti, durante la quale ci si è potuti soffermare sul tema del volto di Gesù: lo sguardo d’amore di Gesù che ha salvato Zaccheo e Matteo dalla schiavitù del denaro, che ha fatto piangere Pietro dopo il tradimento. “Mostraci il tuo volto e noi saremo salvi”.

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