GalantinoIl lavoro di “accorpamento” delle 226 diocesi italiane, chiesto dal Papa nel maggio del 2013, continua, anche se ci sono “difficoltà non per motivi campanilistici, ma per contemperare l’esigenza di riduzione del numero con quella di stare sul territorio”. Lo ha detto monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, durante la conferenza stampa di presentazione del comunicato finale del Consiglio permanente dei vescovi italiani, svoltosi a Genova nei giorni scorsi. “Papa Francesco – ha ricordato Galantino – ci ha detto di non procedere da Roma, ma ha chiesto alle Conferenze episcopali regionali di decidere l’opportunità o meno dell’accorpamento”. Il problema, in particolare, “si è posto per le piccole diocesi”, nel territorio delle quali, “in alcuni casi, è stato tolto l’ospedale, il tribunale, la posta”, e dove “la parrocchia è rimasto l’unico presidio sul territorio”. A breve, ha reso noto il segretario generale della Cei, “dovrebbero arrivare i verbali delle Conferenze episcopali regionali con le proposte condivise con i vescovi e la popolazione locale”. L’accorpamento, ha sintetizzato il vescovo, “è un tema urgente, ma  non spetta ai vescovi italiani ridurre le diocesi, spetta alla Santa Sede. Noi abbiamo già presentato a quest’ultima i criteri da seguire, ora c’è stato chiesto un supplemento di indagine su quali diocesi cancellare o accorpare”.

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