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SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA – Un libro sulla Val Vibrata e per la Val Vibrata: questo quanto emerso sabato 12 marzo dall’incontro tenutosi nella Sala Consiliare del comune di Sant’Egidio alla Vibrata in occasione della presentazione del libro intitolato “Val Vibrata – Arte, Tradizione e Luoghi”, libro curato dal professor Michele Maria Sagona e in parte finanziato dalla fondazione Tercas.

All’appuntamento erano presenti, oltre al sindaco di Sant’Egidio alla Vibrata Rando Angelini, all’assessore Annunzio Amatucci, anche Gianni D’ Auri e Vincenzo Di Giacobbe, presidente del Circolo Anziani & Giovani “Nereto 2001” , luogo nel quale circa un anno fa è nata l’idea di questo progetto.

Il volume in questione, oltre a menzionare e descrivere minuziosamente i tanti tesori artistici presenti nelle chiese e nei palazzi civici della vallata, comprende anche 12 sezioni dedicate ciascuna ad ognuno dei comuni della Val Vibrata, e cioè ad Alba Adriatica, Torano Nuovo, Colonnella, Nereto, Sant’Omero, Ancarano, Sant’Egidio alla Vibrata, Controguerra, Civitella del Tronto, Martinsicuro, Corropoli, Tortoreto, nelle quali vi sono illustrati la storia, i costumi e le tradizioni dei 12 paesi della vallata.

Il compito di curare la parte relativa a Sant’Egidio alla Vibrata è toccato a Gianni D’Auri, il santegidiese che ha realizzato un sunto storico del paese e al quale abbiamo chiesto un commento personale circa quest’iniziativa culturale.

“Per quanto mi riguarda, io ho solo dovuto estrapolare qualcosa dalla storia del mio paese che già ho scritto per un mio libro sul quale sto lavorando, snellendo quindi quello che alla lettura di un turista sarebbe potuto risultare come pesante e superfluo. In generale, comunque, oltre ad informare circa l’esistenza di opere di grande valore artistico sconosciute ai più, questo libro ha un altro obiettivo importante, cioè quello di aprire la strada ad un superamento definitivo dei campanilismi e delle divisioni che ancora attanagliano la nostra vallata. La Val Vibrata, infatti, ha un passato e una storia comune alle spalle che non può essere ignorata e dalla quale dobbiamo trarre degli insegnamenti per il futuro, in vista soprattutto di un’auspicabile unione politica. Credo, infatti, che sia davvero irragionevole pensare di poter mantenere lo stato attuale delle cose: 12 comuni per soli 60000 abitanti, in un territorio così geograficamente compresso, significano innanzitutto sprechi e spese fisse superflue. L’Unione dei Comuni rappresenta già un embrione di quell’unità politica verso la quale dobbiamo tendere: bisognerebbe arrivare in futuro a creare un unico centro, mantenendo ovviamente e comunque vivi i singoli borghi. Per fare questo, però, è necessario creare prima una “cultura dell’unione” che spinga in tal senso, soprattutto tra le nuove generazioni. Anche per questo il libro è indirizzato, oltre che ai turisti, soprattutto ai giovani e alle scolaresche della vallata: il progetto prevede, infatti, che tutte le scuole di ogni ordine e grado vengano in qualche modo informate sull’unità territoriale e culturale della vallata e coinvolte anche direttamente, magari chiedendo agli studenti una foto di un paesaggio, di una via o di uno scorcio che a loro parere dovrebbe essere salvato, anche in modo da sensibilizzare le amministrazioni locali sul patrimonio da salvaguardare”.

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