elezioniDavide Capano, Viola Barbisotti

Siamo nati nel 1992. Nel febbraio del 2013 abbiamo preso parte, per la prima volta nella nostra vita, alle elezioni politiche indette in seguito allo scioglimento anticipato delle Camere del dicembre 2012. Nessuna delle coalizioni ottenne una vittoria netta, stabilendo di fatto l’ingovernabilità. Un risultato senza precedenti nella storia della Repubblica italiana. Per noi… un inizio col botto.

Da allora si sono susseguiti tre governi diversi, nessuno dei quali votato dal “popolo sovrano”, cioè noi. La nostra “carriera di elettori” non sta procedendo nel migliore dei modi, come attesta la scheda elettorale quasi immacolata, riposta nel cassetto e tirata fuori solo in altre due occasioni, un referendum e le elezioni amministrative.

Ma ci preoccupa davvero? Sembra proprio di no. A dicembre “L’Espresso” ha pubblicato un’info-grafica sul rapporto tra giovani e politica, paragonando la situazione attuale a quella del 1983. Un’indagine fatta all’epoca sui nati tra il 1965 e il 1969 indicava che il 69,5% non era interessato alla politica. Oggi 3 ragazzi su 4 non la seguono e più della metà non dichiara un preciso orientamento. Alla domanda “La politica ti interessa?” il 48% risponde “poco”, il 25% “per niente”, il 22% “abbastanza” e solamente il 5% risponde “molto”. Veritieri o meno che siano questi dati, è indicativo che oggi, come 33 anni fa, coloro che si dicono estranei alla politica siano in netta maggioranza. Nella stessa inchiesta si legge: “Ai giovani la politica non interessa. E a questa politica non interessano i giovani”. In fin dei conti,

il nostro rapporto con chi sta nelle “stanze del potere” è rimasto inalterato: distante se non assente. Siamo parte del corpo elettorale da sei anni e, per ora, sembra che la nostra incidenza politica sia pari allo zero.

In un Paese sempre più vecchio, la politica pare affare di vecchi. Il sentimento di non sentirsi rappresentati è sempre più comune. Ogni elettore che si è visto portar via il diritto di scegliere da chi essere governato reagisce in modo diverso: ribellandosi o, per lo più, facendo finta di nulla. L’unica differenza è che, chi come noi ha votato per la prima volta nel 2013, non conosce una realtà diversa da questa. Sarebbe ora di accorciare la distanza…

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