SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’Annunciazione è un dipinto che al giorno d’oggi si può ammirare a Madrid, presso il Museo del Prado, un quadro che alberga valori simbolici come la palma, che ricorda il futuro martirio di Cristo, e le rose rosse, che richiamano il sangue della Passione di Cristo. La presenza di Adamo ed Eva sottolinea il ciclo della dannazione dell’umanità, ricomposta tramite la salvezza in Cristo, resa possibile dall’accettazione di Maria. Un raggio di luce divina, attraverso la colomba dello spirito santo, va ad illuminare la Vergine, che si piega accettando remissivamente il suo incarico.
Tale dipinto, caratterizzato dalla predella con le cinque scene della vita di Maria, è stato realizzato intorno al 1435 da Fra Giovanni da Fiesole, meglio conosciuto come il Beato Angelico, protettore degli Artisti e caso paradigmatico del forte legame tra arte e religione cristiana, che ha caratterizzato da sempre la meravigliosa Storia dell’Arte.

Giovedì 18 febbraio, in occasione della festa in occasione del Beato Angelico, si è tenuto presso la Cattedrale Madonna della Marina in San Benedetto del Tronto, il “Giubileo degli artisti”.

Il programma è iniziato alle ore 17.00 quando tutti gli artisti si sono ritrovati in Piazza Nardone per poi attraversare la Porta Santa, capolavoro del genius loci Paolo Annibali.
Alle ore 17.30 è iniziata la Santa Messa presieduta dal Vescovo Carlo Bresciani e concelebrato anche dal Parroco della Cattedrale Mons. Romualdo Scarponi, il Parroco di San Pio V – San Giovanni Battista in Grottammare, Don Giorgio Carini, presente anche il Diacono Don Walter Gandolfi.

Durante l’omelia il Vescovo Bresciani ha affermato: “”Chiedete e vi sarà dato; cercate  e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto”.
Così il Vangelo di oggi che ci introduce molto bene al Giubileo della Misericordia che stiamo celebrando, carissimi artisti della nostra diocesi. Siamo qui a invocare la misericordia di Dio, e la risposta Dio ce la dà in maniera estremamente consolante. Se noi chiediamo in sincerità misericordia, se la cerchiamo bussando con fiducia, Dio non si nega mai. Se la doniamo a coloro che in qualche modo incrociamo nella nostra vita, diventiamo misericordiosi come il Padre nostro che è nei cieli.

Noi ci riconosciamo bisognosi della misericordia di Dio e da artisti cercate di renderla visibile nella bellezza delle vostre opere: in tal modo donate anche voi misericordia sollevando, anche solo per qualche momento, lo spirito umano a godere della bellezza, tratto sicuro del divino sparso abbondantemente sulla terra.

L’arte è una delle espressioni più alte dello spirito umano. È tensione a cogliere, esprimere e godere della bellezza che sappiamo essere uno dei tratti fondamentali del divino. Uno dei tre classici trascendentali che il pensiero umano ha storicamente individuato: il vero, il bello e il buono, cui ogni animo umano tende. Essa consiste nel saper trarre dalla materia, per sé amorfa e muta, ciò che di più segreto nasconde e contiene, quasi a costringerla a dirci la sua verità nascosta, affinché possiamo contemplare la bontà di Colui che l’ha creata: Dio.

Possiamo a ragione vedere nel bello un tratto della misericordia di Dio. Egli ci dona pane certo, e questa è misericordia sua, ma non di solo pane vive l’uomo: se il suo spirito non si innalza sopra i puri bisogni materiali, se il suo spirito non condivide i tratti della bellezza, della verità e della bontà il mondo e la vita stessa perdono slancio e quel colore che dona entusiasmo e creatività.

Noi tutti, consapevoli o meno, siamo cercatori del bello, del vero e  del buono: con le vostre espressioni artistiche voi ce lo richiamate e ci aiutate a vedere e, oltre le apparenze di uno sguardo superficiale e sfuggente, a leggere nella materia una parola che parla allo spirito e fa godere un momento di gioia.

Non a caso l’arte è sempre stata collegata nei secoli con la spiritualità: essa è espressione della nobiltà dello spirito umano e lo spirito ci è stato dato, nessuno se l’è dato da solo. Noi l’abbiamo coltivato, ma del suo dono dobbiamo essere grati a Dio. Per questo l’arte è in sé stessa espressione di lode a Dio e per questo la relazione tra arte e spiritualità cristiana ha dato all’umanità le opere eccelse che non ci stanchiamo di ammirare e che hanno aiutato nei secoli generazioni e generazioni di fedeli ad esprimere la propria fede, lasciandosi guidare anche dall’interpretazione artistica che dava voce ai loro sentimenti.

Le nostre chiese sono sempre state tempio anche di arte, e lo sono ancora, proprio perché nella sua tensione spirituale l’arte continua ad essere una Biblia pauperum con un linguaggio universale che va oltre la cultura particolare e può essere compresa anche dai semplici. In questo senso, l’arte ha dato e può continuare a dare un contributo fondamentale all’annuncio del Vangelo.

Vi ho chiesto, lasciando ovviamente assoluta libertà di partecipazione, di contribuire a questo Giubileo della Misericordia con una vostra opera che esprimesse una delle opere di misericordia corporale o spirituale. Si tratta di un invito ad essere, anche attraverso la vostra arte, misericordiosi come il Padre, non solo perché il provento sarà dato alla caritas, ma anche perché con le vostre opere potete annunciare la misericordia di Dio e ricordare a tutti noi che dobbiamo essere misericordiosi come il Padre. Anche per questo vi ringrazio di cuore per aver accettato questa proposta e per il bene che potete fare.

L’arte ci ricorda che la materia, la stessa nostra vita, devono essere plasmate perché diano e vivano il bello e il buono che Dio in essa ha già seminato da sempre. E questo ci rimanda ad un altro aspetto, tutt’altro che secondario, del Giubileo che stiamo celebrando. La materia resta materia, ma deve essere ‘convertita’: solo allora canta la bellezza. Anche la nostra vita solo se convertita canta la bellezza che Dio vi ha inscritta. Conversione è saper cogliere e godere il bello, è anche tormentare la materia (con quel tormento che solo l’artista conosce), piegarla e accarezzarla nello stesso tempo, togliere ciò che di negativo oscura e deturpa. In modo analogo, la conversione è plasmare nel bene la vita e scoprire in essa quel bello e quel buono che Dio vi ha immesso, ma che spetta a noi saper trarre con lo stesso anelito che muove l’artista verso la perfezione espressiva.

Quando qualcosa deturpa la bellezza che cercate di esprimere, con un tratto deciso di pennello o con un colpo di scalpello lo togliete senza esitazione. Analogamente per la nostra vita personale: quando qualcosa l’ha deturpata e le ha tolto armonia, con l’aiuto della misericordia di Dio (essa è il suo pennello e il suo scalpello) possiamo eliminarlo. È questo che Dio vuole donarci invitandoci a conversione: vuole fare della vita di ciascuno di noi una vera opera d’arte del suo amore e farcene godere nella gioia la sua bellezza.

Cari artisti, avete avuto un grande dono da Dio e avete anche un compito molto importante: ridestare il nostro spirito al godimento del bello, perché nel bello possiamo ammirare Colui che è la Bellezza dell’amore.
Lodiamo la Misericordia di Dio, chiediamola umilmente per noi confessando le nostre colpe ed esaltiamola facendo risplendere in noi e nella materia che trattiamo il tratto bello del suo amore che fa sussultare di gioia e di godimento il nostro spirito. Anche in questo potremo essere misericordiosi come il Padre.
Che Dio vi ispiri e che il vero, il bello e il bene siano sempre la vostra guida, la stella polare della vostra arte.”

La celebrazione si è conclusa con la benedizione del Vescovo agli artisti e alle loro attività, affinché il Signore illumina il loro sguardo, regga le loro mani e affinché questi artisti possano donare alla Chiesa opere semplici e meravigliose.

Il Giubileo degli Artisti è stato un momento emozionante per Claudia Cundari, Luciana Leoni, Tiziana Marchionni, Patrizia Guidotti, Gianna Mora, Alessandra Boccabianca, Marisa Lelli, Assunta Cassa, Katja Amabili, Teresa Annibali, Carlo Gentili, Patrizio Moscardelli e lo stesso Don Giorgio Carini, i quali hanno presentato i loro dipinti aventi come tema le opere di misericordia, caratterizzanti il Giubileo straordinario del 2016, ossia ammonire i peccatori, insegnare agli ignoranti, visitare i carcerati, dare da bere agli assetati, perdonare le offese, alloggiare i pellegrini e visitare gli infermi.

Ogni dipinto ha suscitato la curiosità del nostro Vescovo Carlo, che ha apprezzato ogni opera, nonché le puntuali e dettagliate descrizioni di ogni artista, ognuno aventi stili e forme di grande originalità.

Queste opere potranno essere ammirate nelle navate laterali della Cattedrale fino al 20 novembre, data di conclusione del Giubileo.

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1 commento

  • Claudia Cundari
    20/02/2016 alle 22:49

    Grazie di cuore per questo bellissimo articolo!È stata per me una celebrazione piena di emozione ed indimenticabile!!!

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