Lunedì 15 febbraio il Vescovo Carlo ha presieduto le celebrazioni per il Giubileo dell’Operatore Turistico nell’anno del Giubileo della Misericordia.

Dopo un primo incontro presso la rotonda Giorgini di San Benedetto del Tronto, i pellegrini in processione aux flambeaux si sono diretti verso la Chiesa Cattedrale dedicata alla Madonna della Marina. Dopo il passaggio per la Porta Santa, la Santa Messa è stata presieduta dal Vescovo, concelebrata da don Romualdo, parroco della Cattedrale e don Luigino, responsabile della Pastorale del Tempo Libero, Turismo e Sport.

L’evento del Giubileo straordinario della Misericordia è diventato così occasione favorevole per vivere lo spirito di benevolenza verso gli ospiti, promuovendo una generosa apertura alle necessità dei fratelli ed il cordiale accompagnamento a chi si sente “forestiero”. Gli operatori e i lavoratori nel turismo sono stati invitati ad accogliere i valori dell’accoglienza, a viverli con semplicità e gioia, a crescere nella coscienza secondo le esigenze della carità.

A conferma le parole del vescovo Bresciani: “Carissimi operatori turistici, con gioia vi do il benvenuto in questa chiesa cattedrale, madre di tutti i fedeli della diocesi, dove siete convenuti per la celebrazione del vostro Giubileo della misericordia.
Con voi saluto mons. Vicario generale Don Romualdo Scarponi e don Luigino Scarponi vostro assistente ecclesiastico e tutti coloro che hanno collaborato perché questo momento di preghiera potesse realizzarsi.
Le letture che la Parola di Dio ci offre nella liturgia odierna, da una parte dicono quanto bene possa fare la vostra professione di agenti nel mondo del turismo, ma dall’altra anche ciò da cui vi dovete guardare per salvare voi stessi, la vostra professione e per il bene di coloro che usufruiscono della vostra opera.
La vostra professione vi porta a uno stretto rapporto di servizio alla persona, a prendervi cura di coloro che cercano un periodo di riposo e di ristoro dalle tante tribolazioni che la quotidianità lavorativa comporta.
Permettere a una persona di recuperare al meglio le sue energie, di ristabilire un rapporto più equilibrato con la propria vita e, a Dio piacendo, anche di costruire relazioni personali più distese, è certamente da ritenere un prezioso servizio di un alto valore che va ben oltre quello economico, pure presente.
Con il clima di accoglienza e di rispetto che valorizza anche il nostro prezioso contesto ambientale, simultaneamente dono di Dio e frutto del lavoro dei nostri antenati, permette anche di creare le condizioni perché pure lo spirito possa trovare ristoro per una ripartenza più serena e riconciliata con la vita.
In qualche modo, sia pure in una dimensione diversa, anche voi rispondete all’invito che Gesù ha rivolto ai suoi discepoli, dopo che erano tornati stanchi dalla missione che aveva loro affidato: “venite in disparte e risposatevi un po’” (Mc 6, 30). Questo ci ricorda che non c’è solo un riposo fisico, ma importante è il come e il con chi si riposa la spirito umano.
La prima lettura, tratta dal libro del Levitico, ricorda che il credente deve imitare l’agire di Dio e che questo è il cammino verso la santità: “siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio sono santo”. E che cosa vuol dire essere santi? Come dicevamo, significa agire come Dio agisce. Ecco allora le specificazioni che immediatamente la Parola di Dio offre: “Non ruberete né userete inganno o menzogna a danno del prossimo…” e così via. Si tratta di una serie di indicazioni molto concrete che delineano come un atteggiamento di accoglienza attento alla persona e alla dignità di ogni persona indipendentemente dalle sue condizioni, debba essere vissuto da colui che vuole essere vero discepolo del Signore. Cosa che, ovviamente, vale per tutte le relazioni e per tutti gli uomini.
Come bene sapete, se l’accoglienza non è rispettosa di tutte le esigenze che richiede la persona, il nostro essere cittadini di questo Stato e il vostro essere cristiani non ci va di mezzo solo il vostro essere cristiani, ma anche la vostra stessa dignità umana e la costruzione di relazioni che permettano un futuro alla vostra attività.
Chi non si sente trattato secondo la sua dignità di essere umano, si allontana e non torna più.
Le indicazioni del libro del Levitico, quindi, hanno un alto valore anche spirituale, oltre che morale e civile e in questo vostro Giubileo straordinario della Misericordia invitano anche voi, cari operatori del turismo, a quella conversione che è ricerca di sempre maggior consonanza del nostro agire con l’agire di Dio nella giustizia, nell’amore e nella carità fraterna. Il passo del Levitico, che abbiamo letto, si conclude con un’esortazione, un comando: “amerai il tuo prossimo come te stesso”.
Che cosa comporti tutto questo, lo spiega lo stesso Gesù nel Vangelo di Matteo, quando parla del giudizio finale e ricorda che “saremo giudicati sulla carità”. Ciò significa che il nostro agire non ha rilevanza solo sulla nostra vita in questo mondo, ma ha un significato che raggiunge perfino la vita eterna. Conosciamo molto bene questo brano del Vangelo che ci riporta a ciò che sta al centro del Giubileo della Misericordia: le opere di misericordia corporale e spirituale e che papa Francesco ci ha richiamato. È attraverso il loro esercizio che diventiamo “misericordiosi come il Padre”.
Gesù ci invita a vedere nel prossimo che incontriamo, con i suoi molteplici bisogni, che non sono solo di natura fisica o materiale, nientemeno che una presenza stessa di Gesù che chiede aiuto. Infatti, Gesù dice “io avevo fame, io avevo sete…”. Dice “io”, non “un tale aveva fame, sete, era nudo …”, da cui deriva che “tutto quello che avete fatto (o non avete fatto) a uno solo di questi più piccoli, l’avete fatto (non l’avete fatto) a me”.
Cari operatori del turismo, Gesù vi sta dicendo che le persone che la vostra professione vi porta ad incontrare sono in qualche modo una presenza di Gesù e che il servizio che voi rendete loro va ben oltre le ovvie dimensioni materiali e deve essere ispirato dalla vostra fede: state servendo Gesù che è stanco e cerca riposo del corpo e dello spirito e questo vostro servizio ha un alto valore spirituale: dal modo in cui lo esercitate si decide anche della vita eterna, non solo del successo della vostra onesta attività imprenditoriale.
Proprio perché nella persona che incontrate e alla quale prestate i vostri servizi, c’è una presenza particolare di Gesù, le indicazioni di natura morale che il libro del Levitico ci ha dato nella prima lettura diventano per voi, e per tutti noi, di grande importanza anche spirituale. È attraverso esse che innanzitutto viviamo il nostro essere ‘misericordiosi come il Padre’.
Ma proprio perché nella persona che incontrate e alla quale prestate il vostro servizio c’è una presenza stessa di Gesù, non potete mai fermarvi alle pur giuste considerazioni economiche della vostra professione, ma dovete aprirvi a quella gratuità della misericordia di cui tutti noi siamo stati fatti oggetto da parte di Gesù.
Siate sempre grati al Signore che ci ha donato un ambiente naturale così ricco e bello così che possiamo avere la gioia di poterlo condividere con altri, traendone anche benefici per noi stessi. Se lo proteggiamo, lo salviamo e lo valorizziamo nel rispetto delle sue esigenze di equilibrio, rendiamo lode al Creatore e permetteremo ad altri di continuare a goderne nel corpo e nello spirito.
Maria, madre di misericordia e Madonna della Marina, patrona di questa cattedrale, vi accompagni con il suo amore materno e vi renda sempre più “misericordiosi come il Padre”.

Alla celebrazione hanno partecipato i rappresentanti delle associazioni turistiche locali tra cui Confcommercio, Confesercenti, Associazione Albergatori, ITB Italia.

Al termine, l’invocazione all’accoglienza, i ringraziamenti ed il ricordo di Domenico Mozzoni ed Eugenio Paoletti, già Operatori del Turismo.

Don Luigino Scarponi ha inoltre rinnovato l’invito a partecipare alla Pasqua dell’Albergatore, che coincide con il Giubileo diocesano di sabato 16 aprile a Roma.

Ai presenti è stata consegnata la preghiera del turista, a ricordo di un momento di incontro e spiritualità che ha riunito coloro che con il servizio si rendono custodi dei pellegrini, dei turisti e di tutti quelli che giungono nella Diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto da ogni parte del mondo.

Come dice papa Francesco, il vero potere è il servizio, custodire la gente, aver cura di ogni persona, con amore. Il Giubileo degli operatori del turismo ha inteso unire idealmente tutte le persone che operano nel settore, invitandole a riflettere su questo messaggio, per renderlo concreto giorno dopo giorno.

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