Vescovo Emerito Gervasio Gestori (10)Di Patrizia Neroni

DIOCESI – Il vescovo emerito Gervasio Gestori ha da poco finito di scrivere il libro “Oltre la memoria” nel quale descrive la sua vita fino ad ora.

Come mai, Eccellenza, ha scelto proprio questo titolo “Oltre la memoria” che ricorda anche un noto canto religioso?
Il canto è di Sequeri che è stato un mio alunno. Mi piaceva questo titolo perché scrivendo del mio passato dovevo esercitare la memoria, ricordando alcune cose della mia vita. Però volevo anche e soprattutto guardare al futuro, andando quindi al di là del ricordo per poter continuare ad offrire una parola di verità, di conforto e di speranza sulla base del mio vissuto.

Lei in questo libro descrive la sua famiglia con molta tenerezza e affetto: “ricca di valori umani, di senso civico, di seria laboriosità e di fede cristiana”. In quell’epoca molte famiglie erano simili alla sua, cosa direbbe alle mamme e ai papà d’oggi per far comprendere loro il grande valore della famiglia, quali sono i consigli che darebbe loro per far capire che è la famiglia che educa per prima le future generazioni?
Chiederei alle mamme di oggi di essere “vere” e cioè di vivere in pienezza la loro femminilità, la loro sponsalità e la loro maternità. Qui sta il segreto della loro piena e attuale realizzazione. Se trovano qualche fatica a vivere con questo stile, perché una certa cultura attuale sembra dire altre cose, non abbiano paura e si lascino aiutare dalla loro fede e dalla preghiera.

Come riassumerebbe la sua vita, Eccellenza, fino ad ora?
Contento della mia vita, ringrazio il Signore che mi ha sempre aiutato nella Sua bontà e spero di essere ancora un poco utile nel mio futuro.

Lei, Eccellenza, nel suo libro ha trascritto una citazione del Beato Paolo VI che diceva: “questa società che sembra così refrattaria a introdurre il sacerdote, è poi quella invece che lo chiama a gran voce e che gli offre non più un solo posto, ma cento posti”. Lei cosa ne pensa?
Se ben comprendo, il Beato Paolo VI affermava che anche il mondo di oggi ha enormemente bisogno del prete, perché ha bisogno di Dio. Forse non sempre la gente del nostro tempo è chiaramente consapevole di questo, ma in fondo al cuore arde questo profondo desiderio, di verità, di amore, d’infinito”.

– Nel ringraziarla dell’intervista che mi ha concesso, a nome di tutti gli Acquavivani le dico che noi siamo fieri di averla come concittadino e speriamo che Lei riceva tanto bene e tanta serenità che merita –

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