cardinaleUn “passo coraggioso”, “progettato da molto tempo” anche se è “una sorpresa il fatto che per la prima volta nella storia un Patriarca russo-ortodosso e il Vescovo di Roma, come Pontefice della Chiesa universale cattolica, s’incontrino”. Così il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, parla allaRadio Vaticana dell’incontro tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill, venerdì prossimo a L’Avana (Cuba). La scelta del luogo, ad avviso del porporato, è dovuta al fatto che “da parte ortodossa non si desiderava che questo incontro si tenesse in Europa, perché l’Europa è il continente delle divisioni delle Chiese, mentre questi incontri non sono volti a sottolineare le divisioni, quanto piuttosto a indicare il superamento di tali divisioni”. “Ovviamente in un discorso di due ore non si può parlare di tutto”, riconosce Koch, per il quale verranno affrontate le “questioni che riguardano i due capi delle Chiese, da un punto di vista personale ed ecclesiale”. E anche l’Ucraina, a suo avviso, verrà messa a tema. Circa il futuro, “questo incontro potrebbe contribuire anche ad approfondire i rapporti intra-ortodossi, proprio in vista del Concilio panortodosso che si svolgerà a giugno a Creta. A quel punto, sicuramente porterà frutti buoni per il dialogo teologico, che noi conduciamo non solo con singole Chiese ma con l’insieme dell’ortodossia; e nel momento in cui dovessero esistere rapporti migliori, una migliore vicendevole comprensione tra Roma e Mosca, questo sicuramente potrà avere riflessi positivi sul dialogo teologico”.

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