Promosso dalla Fondazione l’Albero della Vita onlus e finanziato dalla Commissione europea, nasce il progetto “Chat” (Changing Attitude. Fostering dialogue to prevent) per contrastare la pratica delle mutilazioni genitali femminili. Nonostante anni di sensibilizzazione, è un fenomeno dai numeri ancora allarmanti: si stima che in Europa siano 500mila le donne che hanno subito mutilazioni genitali, di cui 35mila in Italia, 180mila le bambine a rischio ogni anno e 30 milioni nei prossimi 10 anni in tutto il mondo. Una pratica ancora diffusa in oltre 20 Paesi africani e in alcuni Paesi della penisola arabica, spesso difesa nelle comunità di origine in quanto connessa a riti di iniziazione femminile e di integrazione sociale. È quindi sulle comunità che bisogna fare leva per diffondere la consapevolezza dei gravi danni, fisici e psicologici, che questo intervento provoca in chi lo subisce. Il progetto, che mobilita 2.700 soggetti e prevede 180mila beneficiari finali, durerà sino al 31 gennaio 2018 con tre obiettivi principali: favorire l’azione all’interno delle comunità interessate, individuando e supportando 120 “Positive Deviants”, ovvero agenti di cambiamento, persone che possano attivamente favorire un cambio di attitudine; coinvolgere le piccole e medie imprese nelle azioni di sensibilizzazione, contrasto alla violenza di genere e nel sostegno a campagne in favore della lotta alle mutilazioni genitali femminili; facilitare azioni di co-sviluppo con associazioni di migranti o attori istituzionali quali ambasciate e consolati.

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