“Non è casuale che nella prospettiva di riforma che Lei Santità sta promuovendo, l’Anno della vita consacrata si intersechi con quello della Misericordia, mentre ci rimanda ad un più profondo significato ecclesiologico, come se ci ricordasse che il primo frutto del rinnovamento del popolo di Dio, di cui i consacrati e le consacrate sono parte, sia proprio quello della misericordia”. È quanto si legge nella lettera al Santo Padre a nome di tutti i consacrati, letta questa mattina da monsignor José Rodriguez Carballo, segretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, a conclusione dell’udienza con il Papa. “Un anno, allora, quello della Vita consacrata, vissuto come tempo di discernimento, alla luce del troppo grande amore di Dio (Gv 3,16) e del suo amore spinto al massimo (Gv 13,2), come efficace cura evangelica, l’unica capace di generare la trasfigurazione della vita, delle strutture, degli stessi carismi fino alla piena configurazione cristica, fino ad avere in noi i sentimenti che furono in Cristo Gesù (Fil 2,1-11). La grazia di quest’Anno della vita consacrata – conclude la lettera -, sta nel fatto che abbiamo compreso che siamo all’inizio di un cammino da condividere, che non siamo chiamati a competere, ad essere Golia (1 Sam 17,1-58), ma a rifare la storia di Maria di Nazareth, ad essere misericordia (Lc 1,46-55), un lembo di tenerezza su questa piccola parte di mondo, una carezza sul mondo”.

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