AngelusZenit, di Antonio Gaspari

Commentando il Vangelo nella parte in cui Gesù annuncia di essere il Figlio Di Dio, Papa Francesco ha spiegato come superare la tentazione del “clericalismo” affidandoci sempre più alla Misericordia di Dio.

All’inizio della sua vita pubblica Gesù, legge il passo in cui il profeta Isaia parla del Messia e indica  i se stesso il compimento delle Scritture. La reazione del popolo è scomposta. “Nessun profeta è accetto nella sua patria” e Gesù viene cacciato via e rischia di essere buttato nel precipizio.

Secondo il Papa, la lite suscitata da invidie e gelosie è espressione della tentazione alla quale “l’uomo religioso è sempre esposto, e dalla quale occorre prendere decisamente le distanze”. “La tentazione è quella di considerare la religione – ha sottolineato Francesc – “come un investimento umano e, di conseguenza, mettersi a “contrattare” con Dio cercando il proprio interesse”.

La tentazione – ha aggiunto – si supera accogliendo “la rivelazione di un Dio che è Padre e che ha cura di ogni sua creatura, anche di quella più piccola e insignificante agli occhi degli uomini”. In tal ottica, il Pontefice ha ricordato che  “nessuna condizione umana può costituire motivo di esclusione dal cuore del Padre” per cui “l’unico privilegio agli occhi di Dio è quello di non avere privilegi, di essere abbandonati nelle sue mani”.

Dio viene incontro agli uomini e alle donne di tutti i tempi e luoghi nella situazione concreta in cui essi si trovano. “Viene incontro anche a noi. – ha detto il Santo Padre – E’ sempre Lui che fa il primo passo: viene a visitarci con la sua misericordia, a sollevarci dalla polvere dei nostri peccati; viene a tenderci la mano per farci risalire dal baratro in cui ci ha fatto cadere il nostro orgoglio, e ci invita ad accogliere la consolante verità del Vangelo e a camminare sulle vie del bene”.

E in questa rivelazione della Misericordia di Dio, un ruolo decisivo lo svolge Maria. La Madonna sempre al fianco di Gesù che prima viene ammirato,  poi sfidato, ed infine minacciato di morte, mantiene la fede e la tenerezza del cuore. A Maria si è appellato il Papa perché ci aiuti “a convertirci da un dio dei miracoli al miracolo di Dio, che è Gesù Cristo”.

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