carcereDIOCESI – Prosegue la nostra “rubrica dal carcere” leggi i precedenti articoli curata dai volontari della nostra diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto del gruppo “Il Mosaico”.
Questa settimana i volontari hanno chiesto ai detenuti di riflettere sul nuovo anno.

Sono in carcere da meno di un mese, è la prima volta, trascorrere questo Natale  dietro le sbarre è stata un’esperienza terribile, che non  auguro a nessuno.  Avevo dei progetti per queste feste, ma purtroppo tutto è andato in fumo, questo mi mette molta tristezza, spero di poter recuperare quando esco da qui.
All’inizio della detenzione è stato difficile adattarmi  alla nuova condizione, la notte facevo fatica a dormire, dover condividere gli spazi  con delle persone sconosciute, non  è stato facile, ti senti privato della tua intimità.
Ora, dopo qualche settimana, ho anche cambiato cella, sono con dei ragazzi rumeni, mi trovo bene, sono dei bravi cuochi e cucinano sempre dei piatti tipici del loro paese. Piano piano sto cercando di adattarmi a questa nuova vita.
Visto che dovrò trascorrere del tempo in questo posto, penso che frequenterò i vari corsi che ci sono, spero che questo mi aiuti a far passare il tempo più in fretta.
Auguro un sereno 2016 a me stesso e a tutti, mi auguro  che questo nuovo anno sia migliore di quello passato. G. A.

Non ho nessun ricordo positivo del 2015: sono stato condannato due volte, mi sono lasciato con la mia fidanzata, la classica fine di un “galeotto”, mi sono ritrovato  in carcere anche mio fratello… si è aperto un altro processo che è stato rinviato…e poi dovevo uscire il 27 dicembre  e invece la mia uscita è stata rimandata.
Ma voglio concentrarmi sul futuro, anche se lo vedo molto difficile,  non ho più il lavoro, non ho più la ragazza, non ho più neppure i documenti. Spero di trovare un lavoro, ora,  per esempio,  sto lavorando in cucina, qui nel carcere, questo mi aiuta a sentirmi  meglio.
Un bel ricordo l’ho trovato, ripensandoci! Ecco, quando abbiamo giocato a calcio con l’Ascoli Giovanile, il 10 giugno, è stata davvero una bella giornata…per l’atmosfera di gioia, per l’atteggiamento verso di noi tenuto da chi ha partecipato. Sì, questo  è il ricordo più bello del 2015  che porto con me! V. 

Spero che questo anno 2016 porti un po’ di serenità e felicità in tutto il mondo, possa far avverare i sogni di tutti. Il mio sogno è quello di uscire da queste quattro mura, tornare vicino ai miei cari, provare a cambiare vita. Quando uscirò, vorrei trovare un lavoro che mi dia la possibilità di cambiare il mio futuro, così non dovrò più stare lontano dalla mia famiglia. Buon 2016 a tutti. C.

Se penso all’anno appena trascorso, mi viene da dire che è stato un anno molto duro, ho sentito tanto la mancanza del mio piccolo bambino di 3 anni. L’unico ricordo positivo, ma allo stesso tempo molto doloroso, di tutto l’anno 2015, è stato l’incontro con mio figlio, avvenuto ormai sei mesi fa, mi diceva:- Papà vieni via con noi! Mi si spezzava il cuore a sentirlo.
Spero tanto di uscire entro l’anno 2016, il primo obiettivo sarà di lavorare e portare mia moglie e il mio bambino in Italia. Io penso che il lavoro sia una cosa molto importante, quando lavori ti senti una persona libera. Anche all’interno del carcere, c’è la possibilità di lavorare, spero, in questo nuovo anno, di poter iniziare a lavorare qui dentro, così le giornate trascorreranno più velocemente.
In questo  nuovo anno mi impegnerò per raggiungere questo traguardo: prendere il diploma di scuola secondaria di primo grado, la scuola è già  iniziata da un mese ed è una bellissima esperienza. Sono molto contento di prendere questo diploma , forse mi potrà essere utile quando uscirò da qui.
Tornando indietro nei ricordi , mi viene in mente un altro momento bello dell’anno appena trascorso, è stato quando sono stato trasferito qui al Marino da un altro carcere. Sapere che ci resterò e non mi dovrò più spostare mi rende ancora più contento, in Ascoli mi trovo meglio, perché sono vicino alla mia famiglia ed ho la possibilità di incontrare mia sorella. K. T.

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