Si aprirà questa sera con una veglia di preghiera che “raccoglie i frutti del cammino biennale di riflessione della Chiesa sulla famiglia: i due Sinodi e le ‘consultazioni di popolo’, ossia le risposte pervenute dalle diocesi, molto ricche e sulle quali abbiamo lavorato”, la riunione della Consulta nazionale dell’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia della Cei. Ad anticipare i tratti dell’incontro, che si svolgerà a Monteporzio Catone (Roma) fino alla mattina di domenica 24 gennaio, è il direttore dell’Ufficio Cei, don Paolo Gentili. Oltre alla partecipazione dei circa 60 componenti della Consulta, l’incontro è eccezionalmente allargato anche ai rappresentanti degli altri uffici e servizi pastorali Cei perché, spiega don Gentili, “il tema della famiglia è ormai centrale e trasversale alle diverse attenzioni pastorali”. Sabato, con l’intervento di don Maurizio Gronchi, ordinario di Teologia dogmatica alla Pontificia Università Urbaniana, nonché membro del Consiglio ordinario della Segreteria del Sinodo , è in programma un approfondimento della Relatio Synodi prodotta dalla XIV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi. Del testo verranno declinati “i 94 punti secondo le cinque vie di Firenze”, spiega don Gentili. I partecipanti si divideranno in piccoli gruppi “confrontandosi secondo il metodo del Convegno ecclesiale dello scorso novembre”. Nella seconda parte del pomeriggio si rifletterà sulle possibili scelte da condividere in materia di famiglia nascente che si apre alla vita, giovani famiglie schiacciate tra difficoltà economiche e figli piccoli, nuclei con anziani, situazioni di fragilità delle famiglie “ferite”. Domenica, prima della Messa conclusiva presieduta da monsignor Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Trapani e presidente della Commissione episcopale per i giovani, la famiglia e la vita, è previsto un intervento di monsignor Giuseppe Baturi, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi giuridici della Cei, su come attuare il Motu Proprio di Papa Francesco che riguarda i nuovi percorsi per l’eventuale dichiarazione di nullità dei matrimoni e il successivo rescritto. “Soprattutto – conclude don Gentili – ci soffermeremo sulle modalità di accompagnamento pastorale, oggi un po’ carente, di chi sta vivendo la fatica dell’iter del riconoscimento di nullità rivisitando luoghi di fallimento e di dolore. Occorre aiutare le persone ad entrare in queste ferite”.

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