listaLe prime, a memoria d’uomo, furono quelle scritte dal dittatore Silla contro gli oppositori. Elenchi pubblici stilati in punta di spada che bandivano gli avversari politici, li privavano dei beni e, soprattutto, consentivano a chiunque di ucciderli con ricompensa a carico della Repubblica. Cambiano i tempi ma i metodi restano, sebbene le nuove liste di proscrizione non siano più affidate alla ragione delle armi ma alla gogna del digitale.

D’altra parte, non mancano esempi del genere nel recente passato. Chi ha dimenticato il “Giornalista del giorno” sul blog di Beppe Grillo? Si era iniziato con Maria Novella Oppo, accusata di aver espresso giudizi irriverenti nei confronti di un esponente del Movimento 5 Stelle, e si è arrivati al premio “Giornalista dell’anno” da scegliere (sempre) tra una lista di nomi. Anche la Leopolda 2015 ha prodotto un elenco di giornali e giornalisti in gara per la “Top 11 delle balle contro il governo Renzi”. Adesso, però, un ulteriore passo in avanti è stato compiuto: non basta più mettere alla berlina i giornalisti, ormai avvezzi alla pratica. È tempo di colpire il nemico in Parlamento. Il messaggio è chiaro: da oggi nessuno si senta più libero di esprimere le proprie idee, se non vuole che il suo nome finisca nella lista dei cattivi…

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2 commenti

  • Sara Pasquali
    20/01/2016 alle 18:24

    Le liste di proscrizione sono un'altra cosa, questa è semplice informazione e trasparenza. Nessuno incita alla violenza contro quei parlamentari — se lo avessero fatto sarei stata la prima a muovere delle critiche — nessuno vuole ridurre il confronto politico al solo "tribunale del popolo". Trovo del tutto legittimo che gli elettori (in questo caso del PD) vengano a conoscenza di cosa pensano i loro senatori. Trovo allo stesso tempo vigliacco votare, o minacciare di farlo, contro una legge quando la maggioranza del tuo partito si è espressa a favore. Chi vuole rappresentare il popolo non può restare nell'anonimato ed è giusto, oltre che democratico, conoscere chi porta la nostra voce nei luoghi decisionali. Infine riporto un Tweet della redazione di Gay.it che meriterebbe riflessioni accurate: «parlare di liste di proscrizione con chi le ha subite ed attende da 30 anni una legge sulle unioni civili ci vuole coraggio».

    • Marina
      21/01/2016 alle 08:12

      Sara è vero che il parlamentare non deve nascondere le proprie idee e le proprie posizioni, ma è anche vero che deve essere libero e non sottoposto a pressioni indebite o la liste di proscrizione: non a caso sulla materia viene lasciata libertà di coscienza (ci mancherebbe altro!) e voto segreto. Inoltre tutt’altro è pubblicare liste e tutt’altro ancora sono i modi e gli scopi di un tal modo di procedere che hanno tutto il tono di essere intimidatori e quindi di togliere quella libertà che per altri versi viene tanto proclamata. Fin troppo comune essere tacciati di omofobia solo perché non si condividono alcune idee e si difende la propria posizione. Tanto è vero che perfino i sostenitori del progetto di legge hanno ritenuto inopportuna tale pubblicazione. Il dibattito non è sui diritti civili delle persone omosessuali, ma sulla equiparazione delle coppie omosessuali al matrimonio e sull’adozione del figlio del partner, che ovviamente si ottiene solo attraverso l’utero in affitto.

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