San SebastianoDi Paola di Girolami

MONTEMONACO Oggi, mercoledì 20 gennaio la comunità di Montemonaco festeggia San Sebastiano, il santo che viene sempre raffigurato trafitto con delle frecce, ma che, contrariamente a quanto comunemente si pensa, non morì a seguito di questo supplizio.

Parlare di San Sebastiano è parlare di uno dei martiri più venerati in tutto il Medioevo, perché, insieme a S. Rocco, era invocato contro il terribile male endemico della peste che flagellava periodicamente il mondo di allora.
Interessante la sua vita, tolta dalla “Passio”  scritta da Arnobio, monaco del V secolo e tramandata fedelmente nei secoli. Giovane ufficiale dell’esercito imperiale, diventò comandante della prestigiosa legione che difendeva a Roma il palazzo imperiale. Divenuto cristiano, cadde sotto la tremenda persecuzione di Diocleziano. La sua condanna fu quella di essere trafitto dalle frecce sul colle Palatino dai suoi stessi soldati.

Proprio per questa sua particolare condanna a morte, fu considerato protettore contro la peste, perché questa compariva improvvisa e tremenda e colpiva proprio come una freccia mortale. Insieme ad Antonio Abate (invocato come protettore degli animali domestici, necessari per il lavoro e fonte di cibo) e naturalmente dopo Cristo e la Vergine Maria, S. Sebastiano è il Santo più raffigurato nelle chiese, a cominciare del XIII secolo. Affreschi e statue del Martire trafitto dalle frecce compaiono praticamente in ogni chiesa dell’Europa e migliaia di conventi, monasteri, chiese, comunità religiose e civili lo prendono come titolare, patrono e protettore.

Montemonaco ha avuto un particolare legame con S. Sebastiano e proprio in riferimento ad un periodo di peste scoppiata sul finire del Quattrocento. In questo momento di particolare sofferenza per il morbo la Comunità intera (religiosa e civile) si affidò alla sua protezione e, come spesso avveniva, la richiesta di protezione venne concretizzata da un “voto” cittadino: fare un pellegrinaggio a piedi nel giorno della sua festa dal capoluogo ad una chiesa mariana di fondo valle, presso il fiume Aso in località Tofe. Questa chiesa era già una famosa meta di pellegrinaggi e di voti da sciogliere e probabilmente fu scelta per questo motivo, indipendentemente che qui già vi fosse una devozione a S. Sebastiano. Comunque, dal momento del voto, la chiesa di S. Maria di Casalicchio di Tofe divenne anche una chiesa dedicata a S. Sebastiano, con un altare a lui dedicato fatto costruire dal Comune e con l’apposizione di una bella statua di autore marchigiano, Domenico Indivini, di fine Quattrocento, che ancora si venera in loco. Il voto è stato sempre onorato da ben 500 anni ed è ancora commovente vedere al mattino del 20 gennaio l’intera popolazione di Montemonaco scendere pregando verso la chiesa di Tofe, preceduta dal Parroco e dal Sindaco e percorrere i quattro chilometri di distanza con qualunque condizione climatica.

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