- L'Ancora Online - https://www.ancoraonline.it -

A tu per tu con Sara D’Isidoro nel suo atelier di abiti da sposa “diamo voce ai piccoli imprenditori”

SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA – Continua la nostra serie di interviste ai piccoli imprenditori della nostra diocesi Clicca qui per leggere le precedenti
Al numero civico 124 di Corso Adriatico a Sant’Egidio alla Vibrata c’è una piccola ma preziosissima vetrina, quella dell’atelier di abiti da sposa firmati Sara D’Isidoro, una giovane santegidiese che è riuscita a realizzare uno dei sogni da sempre più ricorrenti: fare della propria passione un vero mestiere. A lei abbiamo chiesto di raccontarci la sua storia e di presentarci la sua attività, esemplare testimonianza di come il binomio talento/sacrifici riesca, prima o poi, a spalancare le porte ad un futuro lavorativo concreto.

Quando, come e perché nasce il tuo atelier di abiti da sposa?
Innanzitutto grazie per l’intervista e per il vostro interessamento al mio lavoro.
Mi chiamo Sara D’Isidoro e sono una stilista – sarta, o meglio una couturière. Ho iniziato a inserirmi nel settore dal 2001, ma in realtà la mia esperienza comincia già in tenera età. Mia madre è una sarta da quarant’anni e io sin da piccola ho trascorso molto tempo nella sua sartoria. I miei primi ricordi sono delle mie piccolissime manine mentre cucivo a mano, in gergo tecnico “passavo i punti lenti”, e avevo solo tre anni e mezzo circa. Subito dopo il liceo ho deciso di iscrivermi all’Istituto Secoli di Milano, molto riconosciuto nel settore. Dopo l’esperienza milanese sono tornata in Abruzzo e al fianco di mia mamma, la signora Lina, ho continuato ad imparare con tanti sacrifici un mestiere sempre più raro e difficile. E’ vero, ho impiegato anni per riuscirci e a volte anche con difficoltà visto che nel frattempo mi sono anche laureata in sociologia: studiavo e lavoravo ma sono riuscita comunque ad ottenere tante soddisfazioni. In seguito ho anche acquisito, da privatista, un secondo diploma di maturità all’ITI settore tessile, perché questo mi apre all’opportunità di insegnare il mio mestiere nelle scuole.

Come nasce la tua passione e quando hai capito che sarebbe potuta trasformarsi in un mestiere?
Secondo me una passione non nasce per caso, è come un bagaglio, un dono che abbiamo già alla nascita e che dobbiamo imparare ad utilizzare. Ecco, io sono nata con una passione per tutto ciò che è attinente con il “fatto a mano”: da piccola, infatti, mi piaceva tantissimo disegnare e, tra un disegno e l’altro, ricordo benissimo che stiravo in sartoria. Le mie piccole mani, poi, si prestano molto per le arti creative in genere: ricordo che, sempre da piccola prendevo i ritagli di tessuto degli abiti che faceva mia madre e li appendevo sul manichino come per formare delle code…insomma una sorta di destino preannunciato! Comunque, solo all’età di 19 anni ho capito che volevo fare di questa passione un mestiere, e iniziai così la mia gavetta, prima a Milano e poi in sartoria, affianco ad una sarta che mi ha tramandato tutto il suo sapere e continua ancora a farlo, mia madre. Sicuramente non è un caso il fatto di essere nata in un ambiente pieno di spilli, tessuti, schizzi di abiti… io credo molto nel destino.

Oggi quali servizi offre il tuo atelier? Quali sono i tuoi prodotti e le loro peculiarità?
I nostri servizi sono molto particolari. Nel lavoro di tutti i giorni mi occupo di molte cose a partire dalla gestione generale ma, soprattutto, creo gli abiti della collezione tramite degli schizzi o direttamente sul manichino, metodo quest’ultimo che preferisco. Questi abiti poi sono messi a disposizione delle future spose che possono provarli o prenderli come spunto per creare il loro abito, anche diverso da quelli in collezione, che poi realizzeremo su misura nella nostra sartoria. Ovviamente allo schizzo si accompagna la scelta dei tessuti e dei colori: da noi, infatti, ogni abito da sposa è esclusivo, cucito letteralmente addosso alla sposa, non solo sul suo corpo ma anche sulla sua personalità! Creiamo, infatti, tantissimi abiti completamente differenti l’uno dall’altro proprio per tradurre in realtà le esigenze e i sogni della futura sposa! Inoltre, per chi abita in Abruzzo o nei dintorni c’è il servizio “su misura in atelier” ma per le spose che vengono da lontano mettiamo a disposizione anche il servizio “su misura a domicilio”, ovvero siamo noi a spostarci in una location accordata con la sposa, nel caso in cui quest’ultima non possa o non voglia fare troppi chilometri.

Come si è evoluta nel tempo la tua attività? Ci sono stati dei cambiamenti che questo mestiere ha dovuto subire nel tempo?
Si, ci sono stati e sono ancora in atto grandi cambiamenti. In passato le spose sceglievano degli abiti molto preziosi, ricchi, anche perché la disponibilità economica era diversa. Oggi ci sono più difficoltà. Innanzitutto le ragazze speso mettono a disposizione budget più bassi per gli abiti, anche perché il mercato ha educato le donne alla possibilità di poter acquistare abiti da sposa anche a prezzi bassissimi, appunto a causa del dilagare in rete di abiti a poco prezzo. Purtroppo non tutte sanno che in foto gli abiti appaiono bellissimi ma che poi in realtà sono realizzati a catena da manodopera a basso costo e con tessuti di bassa qualità.

Come si affronta la concorrenza e come si combatte la crisi in questo settore?
In generale non mi piace il concetto di lotta alla concorrenza perché secondo me ogni stilista ha il proprio mercato. Oggi, comunque, la cosa più importante è la comunicazione: il mercato è saturo ed è assolutamente necessario stare al passo coi tempi utilizzando le nuove tecnologie, per poter raggiungere la sposa e dirle “io esisto”. Gli altri combattono la crisi in questo modo: si fanno realizzare gli abiti in Turchia, in Vietnam, in Cina, o dai cinesi direttamente in Italia. Questi abiti poi hanno, ovviamente, dei prezzi bassissimi: per farvi un esempio, acquistare un abito finito fatto in Turchia mi costerebbe meno che acquistare in Italia i tessuti per realizzare un solo abito. Io però non riesco a scendere a “compromessi”: amo troppo quello che faccio e ancora resisto a mantenere intatto il made in Italy.

Cos’è fondamentale in questo lavoro? Quale consiglio daresti a chi desidera entrare in questo settore?
Nel mio atelier ho ospitato tante stagiste ma, purtroppo, finora ho visto poca voglia di lavorare e poca passione. L’elemento fondamentale, infatti, è aver voglia di lavorare e soprattutto lavorare con il cuore, come diceva San Francesco d’Assisi…”Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le mani, con la testa e col cuore è un artista”. Ecco…diventare stilista è molto impegnativo perché si tratta di un doppio lavoro: bisogna essere allo stesso tempo creativi e capaci di creare ciò che si ha in mente. Appoggio in pieno una frase di Gianni Versace: “Mi fanno ridere certi stilisti che dicono di non essere sarti. Certo, visti i loro abiti, salta subito all’occhio. Secondo me, invece, il vero artista è quello che realizza le cose con le mani. Uno stilista quindi deve essere anche un sarto”. Il mio consiglio, quindi, è quello di scegliere questo lavoro non tanto per orgoglio, ma soprattutto per amore della creazione, per poter esprimere la luce creativa che ognuno di noi ha dentro, anche se questo implica ore di lavoro incalcolabili, spesso non ripagate, e tanti sacrifici.

Quali sono i pro e i contro di questo mestiere?
I pro del mio lavoro riguardano sicuramente le grandissime soddisfazioni, che sono anche legate innanzitutto al fatto di creare continuamente cose nuove: ogni giorno essere sarti e stilisti implica imparare tanto, aggiornarsi con costanza, creare sempre abiti diversi crescendo anche interiormente tramite il lavoro stesso. Poi, altrettanto grandi soddisfazioni derivano dal vedere i propri abiti addosso alle spose che mi hanno scelto, gioire insieme a loro nel vederle soddisfatte del nostro operato, quando per esempio mi dicono che il vestito supera di gran lunga l’idea iniziale. I contro riguardano invece la gestione sempre più difficile dell’attività in un mercato in continua evoluzione e il fatto che questo è un mestiere che non si improvvisa, visto che sono necessari anni di gavetta per diventare un sarto con la S maiuscola.

Quali sono i motivi per cui una futura sposa dovrebbe rivolgersi al tuo atelier?
Perché scegliere noi? Innanzitutto, per l’alta qualità sartoriale. La lunga esperienza sartoriale che mi è stata tramandata, unita ai miei studi, garantiscono alla sposa la creazione di un abito dalla perfetta vestibilità. Viene scelto il modello dell’abito insieme a me, in base allo schizzo, alle prove degli abiti della mia collezione, o in base ai gusti della sposa. Vengono prese le misure direttamente sulla sposa e viene realizzato il modello e il prototipo su quelle misure. L’abito viene misurato sulla sposa dalle mani che lo hanno realizzato: in prova viene sdifettato, si decidono insieme le lunghezze, i tagli, la lunghezza dello strascico, lo scollo. L’abito viene, cioè, creato addosso al corpo della sposa. Nel nostro sito internet www.saradisidoro.it è possibile approfondire questo argomento consultando la sezione “come lavoriamo”. Poi, il nostro atelier appartiene alla categoria del “vero Made in Italy”. I nostri abiti vengono creati artigianalmente nella nostra sede in Abruzzo, i tessuti sono made in Italy, i capi vengono cuciti da mani italiane e tutte le fasi di lavoro avvengono nella stessa sartoria. Fino all’ultimo cerchiamo di non cedere alla tentazione a cui ormai da anni hanno ceduto la maggior parte dei produttori: l’importazione degli abiti da sposa dall’estero. A volte le spose non ne sono al corrente e si lasciano “ingannare” da abiti fotografati addosso a modelle bellissime e in scenari grandiosi. Ma non ci sarebbe nulla di male se questi abiti venissero dichiarati come tali: il vero problema è che abiti prodotti all’estero al prezzo di 290,00 – 300,00 euro vengono venduti con la denominazione made in Italy negli atelier italiani con dei ricarichi altissimi, e soprattutto nella totale disinformazione delle spose. In altri casi gli abiti da sposa vengono venduti su internet direttamente dai produttori esteri, sempre a prezzi bassissimi! Anche in questo caso, in foto, gli abiti sembrano pazzeschi, di alta sartorialità, ecc, ma in realtà la qualità è nettamente inferiore rispetto all’effetto delle foto! Ovviamente con questo discorso non voglio includere tutte le sartorie che portano avanti seriamente il proprio lavoro. La nostra sartoria, comunque, si rivolge alle spose che cercano un abito di alta qualità sartoriale, con tessuti pregiati, per un vero made in Italy. Poi, altri aspetti per i quali secondo me le ragazze in cerca di un abito da sposa dovrebbero rivolgersi a noi sono ad esempio l’estrema versatilità nella scelta del modello (visto che possiamo letteralmente realizzare l’abito dei sogni spaziando su infinite possibilità stilistiche, di tessuto ecc..) insieme all’opportunità, da non sottovalutare, di essere in diretto contatto con chi realizza l’abito e infine per la disponibilità di varie fasce di prezzo, che dipende molto dalla complessità del modello, dai ricami, dai metraggi dei tessuti, e anche dalla taglia della cliente e può oscillare in media tre le ottocento e le settemila euro.

Da cosa prendi ispirazione per elaborare i tuoi abiti?
Diciamo che ci sono due tipi di “ispirazioni”. La prima è quella necessaria nel momento in cui creo un abito per la mia collezione, che non è destinato ancora ad una ragazza specifica, quindi in un certo senso devo mettermi nei panni delle spose che entreranno a visionare i miei abiti e anticipare i tempi. Poi c’è un altro tipo di “ispirazione”, cioè quella che nasce quando ho la sposa di fronte a me: la guardo, scruto il suo carattere e leggo nel suo cuore. Non riesco a tradurlo facilmente in parole perché si tratta di un “sentire interiore”. L’ispirazione è una comunicazione diretta con il mio Sé, con quella parte divina dentro di me che esiste da sempre, che sempre esisterà, e che ognuno di noi conserva dentro al cuore.

Come ci si sente ad essere cosi giovani e allo stesso tempo avere già la responsabilità, così grande, di un intero atelier da gestire e portare avanti?
Per me è normale, sono nata in una sartoria e sto proseguendo questa attività con naturalezza, ma allo stesso tempo con la voglia di migliorarla sempre di più.