religionescuola1[1]L’ora di religione a scuola “non è catechismo”, che “si fa in parrocchia”, ma “cultura”, per questo “raccomando ai giovani di non lasciarsi guidare da pregiudizi che circolano, e di non perdere un’opportunità formativa importante come persone e cittadini”. Lo scrive il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, nel messaggio per la Giornata di sensibilizzazione alla scelta dell’ora di religione nelle scuole. Il cardinale ricorda che “è tempo di iscrivere gli studenti alla scuola per il prossimo anno” e quindi “è tempo di scelte che andranno a segnare il percorso formativo di tanti giovani, ragazzi e bambini” che “sono il nostro futuro”. Ai genitori ricorda che il meglio per i figli “coincide innanzitutto con la formazione della mente e del cuore ai grandi valori della vita, a ciò che conta veramente, smascherando miti e ingannevoli apparenze”. La scuola, prosegue il porporato nel testo diffuso sul sito web della diocesi di Genova, “si affianca al compito educativo che la famiglia ha per sua naturale vocazione” e l’ora di religione cattolica “è l’esposizione della storia e della dottrina cristiana; è l’affronto dei grandi temi dell’uomo e della vita”. L’insegnamento della religione, pertanto, “introduce non solo agli universali interrogativi dell’esistenza, ma anche offre a tutti, cristiani e non cristiani, la possibilità di comprendere la società e la cultura del nostro Paese e dell’Europa”.

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