PaceDi Gigliola Alfaro

La pace: è il desiderio più grande che accomuna tutti per il nuovo anno che viene. Pace che significa anche diritti, opportunità, misericordia per chi vuole cambiare vita. Nella voce di un parroco di periferia, di una donna e di un genitore gli auspici per il 2016.

Tra legalità e misericordia. “Incarnare, come comunità, ancora di più il Vangelo nelle situazioni concrete della nostra realtà, alla luce del Giubileo della misericordia, malgrado la fatica in una zona difficile come la nostra, per far sentire la carezza del Signore soprattutto a coloro che ne hanno più bisogno, perché sono segnati da scelte sbagliate. Penso ad esempio ai carcerati e alle loro famiglie o a chi, per errori commessi, ha bruciato il suo tempo e le sue possibilità. Vorrei che riuscissimo, come comunità, ad annunciare il dono della misericordia a chi ormai pensa di avere finito la propria storia”. È l’auspicio per il 2016 espresso da don Alessandro Gargiulo, parroco di Santa Maria del Buon Rimedio, nel quartiere di Scampia a Napoli, noto per la forte presenza della camorra. Un quartiere “dove si vive la difficoltà di una tensione interna tra la promozione del bene e il tentativo di rincuorare e rafforzare coloro che hanno scelto strade di legalità, da un lato, e l’aprire le braccia della misericordia a chi ha fatto scelte sbagliate, dall’altro.

Costantemente viviamo questa tensione tra il non mostrarci troppo benevoli nei confronti degli errori e l’essere estremamente aperti verso coloro che desiderano cambiare vita”.

Ma, afferma il sacerdote, “nella nostra realtà si avverte anche un altro grave problema. Noi come comunità cristiana esprimiamo prossimità, vicinanza, condivisione, partecipazione, accoglienza e aiutiamo chi lo desidera ad allontanarsi da strade sbagliate, ma fuori mancano le opportunità, ad esempio di un nuovo lavoro per chi lo ha perso o, a maggior ragione, di inserimento per coloro che escono dal carcere.Come comunità cerchiamo di fare rete con le altre forze per individuare strade nuove per ispirare in chi ha il potere la consapevolezza che è un dovere dare opportunità a chi cerca una chance”.La comunità di don Alessandro è, malgrado i problemi, “vivace” e “sono tanti i giovani che la frequentano, compiendo un bel cammino spirituale, e che sentono l’appartenenza al quartiere non come una maledizione, ma come un’avventura, dando un apporto costruttivo”.

Pace per tutti. Per Maria Pia Campanile Savatteri, presidente del Cif (Centro italiano femminile), “l’auspicio maggiore per il 2016 è la pace, frutto di un dialogo tra i popoli tutti”. “Spero – prosegue – che tutti abbiano capito ormai che siamo dipendenti gli uni dagli altri e che è indispensabile riavviare il dialogo in maniera serrata, autentica, disinteressata per arrivare finalmente alla pace”. E che si augura per le donne nel 2016? “Noi in Occidente non dovremmo più lamentarci tanto. Certamente, ci sono degli aspetti ai quali bisogna continuare a dare attenzione come la parità di retribuzione per le donne perché la presenza delle donne non solo in famiglia, ma anche sul lavoro, è assolutamente positiva anche per l’economia.Allo stesso tempo, noi donne occidentali dovremmo iniziare a rivolgere uno sguardo non solo ai Paesi mediorientali, ma soprattutto a quelli dell’Africa del Nord e del Centro, dove le donne non possono neppure pronunciare la parola diritto”.

Dare l’esempio positivo. “Dopo quello che è successo a novembre a Parigi, il 2016 dovrà essere l’anno in cui i diritti umani vengono sempre più riconosciuti e vissuti. Il problema delle guerre è legato all’incomunicabilità e al non riconoscimento dei diritti.Solo con il riconoscimento dei diritti le persone potranno avere un futuro migliore”.Lo sostiene Fabrizio Azzolini, presidente dell’Age (Associazione italiana genitori), ricordando anche l’undicesima edizione appena lanciata del progetto “Tricolore vivo”, che è incentrato quest’anno sull’articolo 2 della Costituzione. “Purtroppo i genitori oggi – prosegue Azzolini – non insegnano in modo adeguato ai figli l’importanza del riconoscimento dei diritti. È brutto dirlo, ma onestamente oggi diamo ai nostri figli esempi che non sono il massimo. E non possiamo pensare che i ragazzi da determinati atteggiamenti traggano il meglio. Allora, l’auspicio maggiore per il 2016 è che i genitori siano veramente esempi positivi viventi per i loro figli mostrando correttezza nel lavoro e nei comportamenti in tutti i luoghi. Dobbiamo prendere a modello il Papa, che ha portato la religione cattolica nella vita di tutti i giorni e la cui parola è valida per tutte le religioni. Come genitori cattolici dobbiamo essere coerenti nella quotidianità, proprio come ci chiede Francesco”.

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