Madonna della SperanzaGROTTAMMARE – Una bella giornata di sole, sabato 26 dicembre, ha fatto da cornice alla gita organizzata dalla Parrocchia Madonna della Speranza di Grottammare dove un gruppo di oltre 40 pellegrini guidati dal parroco Don Dino Pirri è andato alla scoperta delle bellezze spirituali e tradizionali del territorio marchigiano visitando prima il Santuario di Fonteavellana e poi il famoso Presepe di Genga.

La giornata ha avuto inizio con la Santa Messa delle ore 7.30 presieduta da Don Dino Pirri, il gruppo dopo essersi radunato presso il piazzale della Chiesa Madonna della Speranza e partito in direzione del Monastero di Fonte Avellana.

ll Monastero è situato alle pendici boscose del monte Catria (1701 m.) a 700 metri sul livello del mare. Le sue origini si collocano alla fine del X secolo, intorno al 980, quando alcuni eremiti scelsero di costruire le prime celle di un eremo che nel corso dei secoli è poi diventato l’attuale monastero.

Appena giunto il gruppo è rimasto colpito dalla originale struttura architettonica del Monastero, dalla sua storia, dalla sua bellezza che attira e colpisce per la sua semplicità.

Come hanno potuto scoprire grazie alla guida del Monastero “la spiritualità di questi eremiti fu influenzata da San Romualdo di Ravenna, padre della Congregazione benedettina camaldolese. Egli visse e operò fra il X e l’XI secolo in zone vicinissime a Fonte Avellana, quali Sitria, il monte Petrano, e San Vincenzo al Furlo”.

Al termine della visita i pellegrini hanno potuto sostare all’interno della Chiesa e pregare nel luogo dove da oltre mille anni vede passare tutte le classi della società dai poveri ad illustri ospiti; la leggenda vuole che anche Dante Alighieri vi soggiornò un periodo e qui scrisse il canto del paradiso dedicato proprio a Fonte Avellana.

“  Tra duo liti d’Italia surgon sassi,
E non molto distanti alla tua patria,
Tanto che i tuoni assai suonan più bassi:
E fanno un gibbo che si chiama Catria,
Di sotto al quale è consecrato un ermo,
Che suol esser disposto a sola làtria. ”
(Paradiso XXI, 106-111)

A rivolgersi a Dante con queste parole è S. Pier Damiani, che parla di sé iniziando a descrivere l’eremo in cui si era ritirato a vita contemplativa.

Nel pomeriggio i pellegrini hanno invece potuto ammirare la bellezza del presepe vivente di Genga.
Il presepe è per estensione il più grande al mondo: copre infatti una superficie di circa 30.000 metri quadri all’interno della Gola di Frasassi.

La manifestazione vede la partecipazione di oltre 200 figuranti che sono impegnati a far rivivere le tradizioni che hanno sostenuto ed animato la vita quotidiana di questo territorio. Lungo il sentiero che porta alla Natività pastori, pescatori, contadini intenti al loro lavoro scandiscono la salita verso la contemplazione dell’evento che si celebra.

Una volta giunti alla grotta naturale del Santuario di Frasassi i pellegrini hanno trovato esperti artigiani: falegnami, fabbri, cestai, fornai, calzolai, scultori, vasai, ricamatrici e tessitrici tutti con gli antichi strumenti della loro arte.

A concludere il tutto la natività, posta in una suggestiva grotta che come da tradizione era composta dalla Santa Famiglia, dal bue e l’asinello.

Una volta conclusa la visita i pellegrini si sono rimessi in viaggio verso casa.
Il parroco Don Dino Pirri afferma: “Ringrazio quanti hanno aderito a questa bella giornata trascorsa insieme. In particolar modo ringrazio Riccardo Locatelli per aver organizzato il tutto”.

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