carcereDIOCESI – Prosegue la nostra “rubrica dal carcere” leggi i precedenti articoli curata dai volontari della nostra diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto del gruppo “Il Mosaico”.
Questa settimana i volontari hanno chiesto ai detenuti di riflettere sul Natale.

L’anno scorso ho passato un bellissimo Natale con la mia famiglia e soprattutto con mia figlia , erano tanti anni che non trascorrevo il Natale con i miei cari e per me sono state delle giornate indimenticabili che tengo custodite nel mio cuore . Oggi mi ritrovo in questo posto pieno di muri e sbarre e sicuramente questo periodo sarà triste e malinconico a causa dei miei errori. La cosa che mi rattrista di più è non poter stare con mia figlia , la mia nuova compagna e i suoi figli.
Questo sarà di sicuro l’ultimo anno che sarò lontano da loro perché ho capito che questa vita non fa più per me e ti fa perdere il vero valore della stessa.
Che dirvi ….. questo Natale mi sono mangiato la lasagna ..un po’ di carne e una fetta di panettone , questo passa il convento..l’anno scorso invece ho mangiato ogni ben di Dio, la vigilia di natale tutti i tipi di pesce dall’astice ai gamberoni e il 25 carne a volontà , insalata di rinforzo ..etc etc..e una marea di dolci dalla pastiera ai mostaccioli a finire con gli struffoli …sono napoletano …capitemi !!Poi sono andato anche a messa  e ho giocato pure a tombola.
Mi commuovo a pensare al Natale a Napoli, ma so che quello che mi mancherà di piu’ non è il cibo, ma l’amore della mia famiglia  che io amo tanto .

Mi trovo in carcere qui a Marino del Tronto..e si sta avvicinando il Natale e per non è il primo in queste mura..ma oggi sono nonno e vado matto per loro e non ho mai passato un anno senza da quando sono nati, è stato molto duro perchè io per loro non sono solo il nonno ma anche un padre —-è una gioia indescrivibile avere dei nipoti.. ma quest’anno davvero mi fa male pensare che per colpa mia anche loro passeranno unperiodo non tanto buono ..visto che come dice mia figlia , i piccoli sentono molto la mia mancanza…se in questi giorni di festa fossi stato libero, sarebbero stati sempre a casa mia con me e mia moglie…avremmo fatto l’albero e saremmo andati a comprare i regali da mettere sotto l’albero….spero che sarà l’ultimo Natale che passerò in questa quattro mura,,comunque voglio augurare a tutti quelli che leggeranno un Felice e un Buon 2016

Ssono detenuto nella casa circondariale di Marino del Tronto da dieci mesi e questo è stato il primo natale che passo in carcere.
Ho una moglie ed un figlio di un anno e tre mesi che vivono in Albania, il fatto che loro vivano lontanissimi mi crea tristezza perché negli anni scorsi stavamo insieme, anche con i miei genitori.
Mi dispiace per mio figlio perché è piccolo e ha bisogno del suo papà!
Stando qui in carcere vorrei che loro  festeggiassero, nonostante tutto e che quindi, fossero sereni ed il bimbo fosse allegro.
Gli auguri quest’anno ce li faremo per telefono e questo mi fa felice, anche se per poco.
Il mio Natale qui non è stato come gli altri però l’ho passato comunque bene insieme ad alcuni amici che mi sono fatto in questi mesi.
Voglio salutare tutti, per primi quelli che mi vogliono bene e augurare a tutti delle buone feste, dentro e fuori del carcere.

Questo è il settimo Natale che ho passato in carcere con la stanchezza e la tristezza, la mancanza della famiglia, mio padre e mia madre che sono rimasti in Marocco e qesta che vive vicino a me, formata dai miei fratelli e da ben sei nipotini.
Sono venuti tutti qualche giorno fa per anticipare gli auguri di natale. Forse non tutti sanno che anche noi musulmani festeggiamo questa ricorrenza perché per noi Gesù è un profeta. Anche noi, in occasione di questa festa ci incontriamo con parenti e amici anche italiani e mangiamo cibi della tradizione araba, come il tacchino al sugo, e italiana, le lasagne, la carne alla brace, il panettone al cioccolato che mi piacciono tanto. Alla fine ci sta bene anche un brindisi.
In carcere manca tutto, non vivo il Natale come vorrei, penso solo al passato. Non vedo niente, solo il cielo. Il pensiero vola lontano e torna ai genitori, che non sento da quasi cinque mesi.
Mi auguro che questo sia davvero l’ultimo Natale che trascorro in questo incubo, visto che sto aspettando la detenzione domiciliare. Mi riprometto di non tornare più in questa triste situazione, che mi sta distruggendo mentalmente e fisicamente.
Io cerco di sopravvivere in questo posto partecipando a tutte le attività che mi propongono per uscire dalla cella e cercare di pensare ad altro. Vorrei fare tesoro dei rapporti che costruisco con gli altri, con gli agenti, i volontari, per cercare di pensare positivamente al fututo, al lavoro e a costruire una famiglia mia.
Tramite queste righe, vorrei trasmettere, a tutti coloro che leggono questo giornale, i miei auguri di buon anno. Mi piacerebbe che nessuno più conosca il carcere, perché chi entra qui dentro muore e quando si esce si nasce di nuovo.

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1 commento

  • Patrizia
    03/01/2016 alle 21:41

    Mi e piaciuto molto questa iniziativa dei racconti sul natale sopratutto quello del mio compagno .il napoletano. Grazie

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