AutoDi Michele Luppi

Per porre un freno al surriscaldamento globale in Italia c’è chi prova a lavorare dal basso per favorire forme di mobilità sostenibile ed, in particolare, la diffusione di autovetture a basso impatto ambientale. È questa la storia diLuca Dal Sillaro e Gianalfredo Furini , promotori del primo gruppo di acquisto italiano di vetture ibride o elettriche. Un’idea mutuata dai gruppi di acquisto solidali nati per la vendita di prodotti alimentari. È stato proprio attraverso uno di questi Gas che, tre anni fa, i due uomini si sono incontrati. “In quel periodo Luca doveva cambiare automobile e si stava orientando verso una vettura ibrida – racconta  Gianalfredo -, ma considerato il costo elevato rispetto alle macchine ad alimentazione tradizionale, pensò all’idea di un gruppo d’acquisto e pubblicò un annuncio su un forum della rete dei Gas per cercare altre persone interessate. È così che ci siamo conosciuti”.

L’unione fa la forza. Da quell’ incontro in rete nacque il primo Gruppo di Acquisto Ibrido (Gai) che portò, nel 2012, all’acquisto di 16 vetture con uno sconto sul prezzo di listino superiore al 20 per cento. Da allora i due non si sono più fermati. In questi anni sono stati organizzati 12 Gai, per un totale di 465 vetture vendute, e un tredicesimo si chiuderà nei primi mesi del 2016 (per info www.gruppoacquistoibrido.it). Il meccanismo attuato per ottenere gli sconti è semplice:

tramite il sito internet vengono raccolti gli ordini delle vetture, personalizzate con le richieste dei clienti, concentrandosi sui modelli con la tecnologia considerata più “green”

in particolare il “full hybrid” Toyota. Una volta raccolti gli ordinativi si rivolgono alle case produttrici o, in caso di impossibilità di un accordo diretto con i produttori, ai concessionari, per cercare di spuntare il prezzo migliore a fronte di un acquisto di molti veicoli. Per farlo è stata costituito anche un’associazione culturale, chiamata proprio Gruppo di Acquisto Ibrido, che partecipa a fiere di settore  e tiene i rapporti con i produttori. Nella compravendita l’associazione svolge solo un ruolo da intermediaria, i contratti di acquisto sono firmati dai singoli compratori con il concessionario fornitore. L’associazione ottiene dai concessionari una percentuale variabile tra l’1 e il 2% di ogni vettura venduta.

“Di fatto, quello che era partito come un esperimento è diventato un lavoro: all’acquisto della vettura arriva circa il 10% delle persone interessate. Questo significa dover gestire centinaia di richieste per ogni Gruppo”.

Vetture sempre più pulite. Secondo i dati pubblicati dall’Agenzia europea per l’Ambiente la media delle emissioni di anidride carbonica da parte delle vetture presenti in Italia è progressivamente diminuita arrivando a 118,2 g/km. Le emissioni delle auto ibride attualmente in commercio sono costantemente sotto i 90, arrivando fino a 75 g per chilometro. Ancora meglio fanno le auto elettriche le cui emissioni sono pari a zero. “Il nostro obiettivo – racconta Furini – è quello di rendere queste tecnologie alla portata di tutti eliminando la differenza di prezzo tra le vetture ibride e quelle ad alimentazione tradizionale. Discorso diverso va fatto, invece, per le vetture elettriche che rappresentano un mercato estremamente di nicchia dove le grandi case costruttrici non hanno ancora dimostrato di voler investire: questo fa sì che i costi restino elevati e l’autonomia limitata. I pochi modelli in circolazione sembrano rispondere più a logiche di immagine delle compagnie stesse che non di un reale modello di business. Qualche modello interessante è stato introdotto negli ultimi anni, penso soprattutto al lavoro di Nissan e Renault o ai veicoli Tesla (i cui prezzi sono ancora proibitivi). Per quanto ci riguarda in questi anni sono solo 7 le vetture elettriche acquistate attraverso il gruppo, ma la sensazione e la nostra speranza è che il mercato possa crescere nel giro di quindici o vent’anni come è stato per l’ibrido”.

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