Caritas diocesana (29)Di Don Gianni Croci

DIOCESI – Natale. Viene Gesù, misericordia del Padre! La Misericordia fatta carne, che rende visibile ai nostri occhi il grande mistero dell’Amore trinitario di Dio!

Abbandonati timori e paure, andiamo anche noi verso di Lui per vivere la gioia dell’incontro che tutto trasforma. In questo tempo straordinario, abbiamo iniziato l’anno giubilare muovendoci in pellegrinaggio dalla Caritas diocesana fino alla Cattedrale, dove il Vescovo ha aperto la Porta della Misericordia, segno della possibilità di entrare attraverso Cristo nell’amore compassionevole di Dio e di divenirne partecipi.

Ora, incoraggiati dai Padri del Concilio Vaticano II, occorre riprendere il cammino per varcare la stessa porta aperta sul mondo ed andare incontro ad ogni uomo e ogni donna là dove vive, per portare la gioia del Vangelo, asciugare qualche lacrima e donare un po’ di pace.

Ce lo ha ricordato papa Francesco nella festa dell’Immacolata: “Ad imitazione di Maria, siamo chiamati a diventare portatori di Cristo e testimoni del suo amore, guardando anzitutto a quelli che sono i privilegiati agli occhi di Gesù. Sono coloro che Lui stesso ci ha indicato: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi» (Mt 25, 35-36).

In questo tempo di Natale è davvero bello lasciarci abbracciare da Dio, così innamorato di noi da prendere una carne come la nostra. Ma altrettanto bello è far arrivare il nostro abbraccio a tutti quei piccoli che vivono nella precarietà, come Maria e Giuseppe, costretti a ripararsi dentro ad una grotta nella periferia di Betlemme per far nascere il Figlio di Dio. Un abbraccio pieno di gratitudine vorremmo far arrivare in modo particolare a quanti fanno famiglia nella casa della Caritas.

Grazie Kemu, Mamadù, Omar, Oussmane, Alasane, Moahmed, Bacarim! Benchè segnati ancora dall’esperienza del terribile viaggio sui barconi, venite alla Caritas desiderosi di ricambiare l’accoglienza ricevuta mettendovi a servizio con gioia e generosità.

Grazie Marco, Nicolò, Edo, Maria, Francesco, Noemi, Silvia, Marta e tutti voi giovani che servite alla mensa! Ci state aiutando a capire che alla Caritas non è sufficiente la sapienza e l’esperienza dei ‘nonni’, ma come dice papa Francesco, ci vuole anche l’entusiasmo e le braccia dei nipoti. Non possono esistere Caritas senza giovani!

Grazie Olindo, Carlo, Bruno, Emanuele, Peppe, Tonino, Anna, Marco, Pinuccia, Milena, Anna Maria, Ilario, Delia, Angela, Said  che con i vostri collaboratori – l’elenco sarebbe molto lungo – continuamente vi rimboccate le maniche  perché la Caritas sia casa accogliente per tutti.

Grazie a quanti ogni giorno fanno arrivare ciò di cui abbiamo bisogno: i fornai della città che mai fanno mancare il pane alla nostra mensa, le famiglie che solitamente portano il vestiario, i barbieri che ogni lunedì assicurano il taglio gratuito dei capelli, le ditte che a volte regalano i viveri per la mensa, i benefattori che con generosità contribuiscono alle tante spese che occorre affrontare, i malati e gli anziani che, insieme alle nostre sorelle Clarisse e tante religiose, offrono quotidianamente la loro preghiera.

Grazie a don Pino che vive il suo diaconato con noi e grazie a don Claudio, don Peppe, e tutti i giovani ed adulti con cui spesso condividono il servizio alla mensa. Grazie a tutti i preti e ai diaconi, e a quanti servono nelle Caritas parrocchiali, per il continuo impegno a fare della Chiesa  un luogo accogliente dove l’amore fraterno si fa visibile e concreto, anche per chi viene da paesi lontani, segnati dalla guerra e dalla miseria.

Grazie a Sr Smitha, Sr Vigea, Sr Adù e Sr Tarsi che dolcemente e pazientemente abitano e animano la nostra vita quotidiana con la spiritualità di Betania, come Marta che prepara la cena e come Maria che ascolta il Maestro. In questo anno giubilare ogni giorno alle 12.00 ci ritroveremo in cappella e sarete proprio voi a guidarci nella preghiera dell’Angelus.

E grazie soprattutto a quanti arrivate alla Caritas perché bisognosi di qualche aiuto: siete davvero misericordiosi con noi che spesso non sappiamo accogliere e fatichiamo ad essere altrettanto misericordiosi, come il Padre che è nei cieli!

Oltre la gratitudine, coscienti che abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti,  vorremmo condividere alcune proposte per vivere l’anno straordinario della Misericordia:

  • UNA DOMENICA ALLA CARITAS”: ogni domenica vorremmo aprire la Caritas diocesana all’accoglienza di gruppi delle Caritas parrocchiali, di giovani, di religiosi, per vivere una giornata all’insegna della preghiera, del servizio, dell’ascolto reciproco e del confronto. Vuole essere un’occasione per incoraggiare relazioni buone, collaborazioni pastorali, realizzazioni di piccoli progetti ed anche un aiuto per rivedere o costituire le Caritas parrocchiali.
  • SEGNI GIUBILARI : durante l’anno straordinario della misericordia desideriamo realizzare e valorizzare alcuni segni giubilari: il centro di ascolto alla SS. Annunziata, il Poliambulatorio della Caritas Diocesana, la casa di accoglienza profughi e richiedenti asilo a Grottammare gestita da Casa Lella. Inoltre suscitare l’interesse attorno ad altri centri già presenti nel territorio come il Biancazzurro e la Casa di Accoglienza di Cristo Re. Un possibile obiettivo, oltre il mettersi in rete, è quello di realizzare opere-segno nelle diverse zone che diventino ‘denuncia’ e stimolo per le istituzioni affinché tutti possiamo farci carico dei più poveri.

 

  • UN’ACCOGLIENZA MISERICORDIOSA ED “EMANCIPANTE”: sentiamo il bisogno di rispondere all’appello di papa Francesco ad ospitare in ogni parrocchia una famiglia, iniziando a sensibilizzare ed educare le comunità cristiane all’accoglienza verso tutti ed in modo particolare i profughi e richiedenti asilo, attraverso l’informazione e la formazione. Nello stesso tempo pensiamo di costituire un tavolo di lavoro per aderire alla campagna “Il diritto a rimanere nella propria terra” con una serie di iniziative concrete, accogliendo la proposta di concretizzare alcune delle 1000 microrealizzazioni volte a garantire nei paesi di provenienza l’accesso ai beni essenziali, come terra, acqua, lavoro, salute, educazione, ecc. Questa iniziativa potrebbe coinvolgere anche il mondo della scuola attraverso percorsi di interculturalità.

Da soli possiamo fare ben poco. Abbiamo bisogno dell’aiuto di Dio. È Natale: accostiamoci al presepe e, con le parole del nostro Vescovo Carlo, chiediamo alla Madre di Gesù che ci aiuti a metterci in cammino verso suo Figlio, Misericordia del Padre:

Maria, donna del cammino, che non ti sei tirata indietro dinanzi alle cose nuove a cui ti introduceva il tuo Gesù, che non hai rifiutato di percorrere strade fino allora sconosciute seguendo quelle tracciate dal tuo Gesù, tu che sei la patrona della nostra amata diocesi, fa’ che essa non resti chiusa, riluttante alle nuove strade che lo Spirito indica alla Chiesa attraverso la voce di papa Francesco e del Concilio Vaticano II. Fa’ che non prevalga il fascino, la tranquillità e la falsa sicurezza dello ‘status quo’, del ‘tanto faccio quello che voglio io’, del ‘si è sempre fatto così’ a causa dell’incertezza che riserva l’uscire di casa, sia pure sotto l’invito di Dio. Desta nel nostro cuore il coraggio di fidarci di Dio nel percorrere le vie nuove che il Vangelo richiede. Aiutaci a comprendere che adattarsi ad orizzonti di bassi profili ci porta alla malinconia di una vita carente di speranza e di futuro. Donaci la giovinezza dello spirito che è osare mettersi ‘in fretta’ in cammino verso Gerusalemme, anche se sappiamo che ci aspettano fatiche nuove, sentieri sconosciuti e, forse, giacigli di fortuna su cui riposare.

         Sappiamo, però, che tu ci farai trovare la tua casa aperta, magari trasportata dagli angeli come hai fatto con quella che ora è a Loreto, e in essa ci farai trovare Gesù, tuo Figlio, che ci aspetta per offrirci un po’ di riposo, in disparte, e insieme con lui un po’ di olio balsamico per lenire il dolore dei piedi stanchi e gonfi per il lungo cammino.

         Madonna di Loreto, patrona della nostra diocesi, fa che la nostra Chiesa non si rifiuti mai al cammino su quelle strade sempre nuove sulle quali la invia Gesù ad incontrare, in tutto il mondo, le povertà materiali, morali e spirituali di chi, magari inconsciamente, invoca di esserne liberato”.

A tutti un grande grazie e un buon Natale

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1 commento

  • Seby
    29/10/2020 alle 22:03

    Auguri a tutti coloro che anno bisogno sempre saluti a Carlo meli direttore.don Tonino bello Avellino

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