Patriarca Sako“Non cederemo all’ingiustizia. Resteremo attaccati alla nostra terra, al nostro patriottismo e continueremo a vivere il nostro amore per i nostri concittadini, semplicemente perché sono nostri fratelli”. È quanto scrive nel suo Messaggio per Natale il Patriarca caldeo Raphael Louis Sako che domani aprirà la Porta Santa a Baghdad. Nel testo il patriarca ricorda come “i cristiani iracheni celebreranno il Natale in condizioni deplorevoli, in primo luogo a causa del deterioramento della situazione a tutti i livelli nel nostro paese e anche, naturalmente, a causa di ciò che hanno vissuto come cristiani, vittime di segregazione e di esclusione”. Sako definisce una “catastrofe” la “purificazione religiosa” operata un anno e mezzo fa dallo Stato islamico con la conquista di Mosul e della Piana di Ninive, quando 120 mila persone furono costrette a fuggire e “oggi vivono lontano da casa in condizioni difficili in campi privi quasi di tutte le cure a cuore ad eccezione di quelle offerte loro dalla chiesa o dalla organizzazioni della società civile”. Problemi condivisi con altre famiglie cristiane di Baghdad, minacciate e derubate da parte di estremisti. Nel messaggio il patriarca reitera la denuncia della legge sull’islamizzazione dei figli minori nel caso in cui uno dei genitori si converta all’islam. “Il comportamento dei parlamentari, chiamati a rappresentarci – si legge nel testo – ha provocato profonde ferite nel cuore delle famiglie cristiane e dei loro bambini. È come se la libertà e i diritti fondamentali non valessero per noi”. Delusione anche per la mancata ufficializzazione della festa del Natale quale “giorno di riposo per tutti il Paese”. Una decisione che poteva  rappresentare “un forte segnale di vicinanza e di integrazione”. Purtroppo, scrive Mar Sako, la coesione nazionale e la fraternità non fanno passi avanti, anzi vanno in direzione opposta. Come testimonia quanto avvenuto a Baghdad il 13 dicembre scorso, quando “membri delle milizie sciite” hanno affisso immagini della Vergine sulle case di alcune famiglie cristiane invitando le donne cristiane “a imitare la Vergine Santa e a indossare anch’esse il velo”. Una “pressione inaccettabile” per il patriarca. “La Vergine – precisa il patriarca della Chiesa caldea – ha vissuto 2 mila anni fa, in una società, in una cultura e in contesto ben diverso da quello attuale e il vero velo è quello che ammanta lo spirito e la moralità”.

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