“La vita, così com’è, è chiamata a divenire il luogo della nostra contemplazione. Coltivare la vita interiore deve generare una vita che nell’umile vicinanza con Dio e nella sincera empatia verso il prossimo crea e realizza nella storia una esistenza purificata e trasfigurata”. Lo scrive la Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica (Civcsva) in “Contemplate”, la terza lettera ai consacrati e alle consacrate. “Nella Chiesa – ricorda la lettera – la dimensione contemplativa e attiva si intrecciano senza poter essere separate” e “nessuna azione ecclesiale è evangelicamente feconda senza rimanere intimamente uniti a Cristo”. La lettera, suddivisa in tre parti, si sviluppa su tre verbi: cercare, dimorare, formare. “La nostra ricerca – si legge – è chiamata a umiltà poiché riconosciamo in noi stessi degli ‘atei potenziali’, sperimentiamo la difficoltà di credere”. “Ricercare Dio – prosegue la lettera – chiede di attraversare la notte e anche permanervi a lungo. Di scoprire la forza e la bellezza di un cammino di fede che sappia fermarsi davanti all’oscurità del dubbio, senza la pretesa di offrire soluzioni a ogni costo”. Inoltre, “siamo invitati a un cammino armonioso che sappia fondere il vero, il bene, il bello, là dove talora appare che il dovere, come etica malintesa, prenda il sopravvento”. La lettera si conclude con “le provocazioni di Papa Francesco”, otto sollecitazioni proposte per la riflessione.

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