SacelliPaola Di Girolami

DIOCESI – I Musei Sistini del Piceno, hanno dato il loro piccolo contributo all’iniziativa regionale del Giubileo, concedendo alla città di Recanati il sacello della Madonna di Loreto del Museo Sistino di Montalto Marche.
I sacelli sono quei manufatti piccoli e grandi, che riproducono la Santa Casa di Loreto, promossi per diffondere la grande devozione verso la Madonna lauretana inoltre, l’uso processionale di questi manufatti imponeva agli esecutori l’utilizzo di materiali assai leggeri: il legno, il gesso e la cartapesta e una grande versatilità degli autori. Vengono messi in mostra a Recanati coinvolgendo la città in uno dei cinque percorsi nazionali proposti ai pellegrini e ribadendo anche un’importanza storica, infatti Recanati è stata la prima sede della Casetta di Nazareth, come ricorda la data del 10 dicembre 1294 con il successivo passaggio a Loreto.

La mostra dal titolo “I luoghi della Vergine Lauretana a Recanati. L’arte dei Sacelli”, è stata inaugurata lo scorso mercoledì 9 dicembre così, anche la città della poesia e del bel canto.

La giornata di apertura, ha avuto inizio con l’accoglienza in Cattedrale, da parte del Vescovo della Diocesi di Macerata, Recanati, Tolentino, Cingoli e Treja Mons. Nazzareno Marconi, della statua della Madonna di Loreto benedetta da Papa Francesco, dopo essere stata ricevuta in varie città durante il percorso da Roma a Recanati. Un evento molto significativo che ha dato il via al Giubileo nell’intero territorio marchigiano, con l’obiettivo di riportare in primo piano la Via Lauretana, ossia il pellegrinaggio mariano che fin dal medioevo ha collegato il Santuario di Loreto a Roma. Al termine dell’accoglienza della Madonna, nella sala capitolare della Cattedrale di San Flaviano, c’è stata la presentazione della mostra sui Sacelli. Dopo il saluto del Sindaco Francesco Fiordomo sono intervenuti Mons. Marconi e il Vescovo di Camerino-San Severino Marche Mons. Francesco Giovanni Brugnaro; Giuseppe Cucco, incaricato beni Culturali della CEM, Roberto Sani, Università di Macerata, Simone Longhi, direttore DCE I cammini lauretani e l’imprenditore Giuseppe Casali.

La mostra è stata poi illustrata da Gabriele Barucca della Soprintendenza per i beni Storici, Artistici ed Etnografici delle Marche.  Nove i sacelli scelti che testimoniano la diffusione di questo tipo di oggetto devozionale come un elemento caratterizzante della via lauretana. La nascita della devozione è legata ai primi anni del Seicento quando nel 1613 la Congregazione della Marca sprona la festa della Venuta, il 10 dicembre, la quale stimola ogni comunità marchigiana a dotarsi di queste piccole cappelle votive..

L’allestimento della mostra, intende segnare un percorso cittadino che parte dalla Cattedrale dove ci sono gli affreschi seicenteschi del Carosio raffiguranti l’arrivo della Santa Casa, per poi passare alle stanze del museo diocesano con altre presenze lauretane, la torre campanaria e infine la chiesa di Sant’Anna che è stata realizzata nel 1800 e rappresenta una riproduzione del rivestimento marmoreo di Loreto voluta dal Cardinale Antici e dal vescovo Leopardi.

I manufatti esposti, sono tutti del Seicento e Settecento e provengono da, Ostra Vetere, Cupra Montana, Cingoli, Montecassiano, Montegranaro, Montefortino, San Severino Marche, Recanati, Loreto, Fermo e Montalto Marche attribuito a Sebastiano Sebastiani che era essenzialmente un fonditore.

In questa veste curò il processo di fusione del bronzo per il monumento a Papa Paolo V Borghese di Nicolas Cordier; nella prima metà degli anni ’20 lavorò ad alcune fusioni di busti del giovane Gianlorenzo Bernini, che più tardi avrebbe assegnato importanti incarichi fusori al figlio di Sebastiano, Cesare e, l’opera di Montalto, mette bene in evidenza la sua versatilità tecnica nel realizzarlo nel 1626. Certamente però, il contraccolpo più bello che si ha visitando la mostra è quello di incontrare lungo il percorso l’Annunciazione di Lorenzo Lotto che presenta una visione della Casetta vista dal di dentro dove, come ha affermato Mons. Marconi commentando l’opera “neppure l’Angelo Gabriele vede il volto di Maria; lei è rivolta tutta verso di noi, l’artista ha voluto farci partecipare pienamente del suo volto, di quel momento, di quell’istante che ha cambiato la storia”.

La mostra resterà aperta, presso le sale di Villa Colloredo Mels fino al 6 marzo 2016 con i seguenti orari: da martedì alla domenica 10.00-13.00 e  16.00 – 19.00

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