OrsiniSAN BENEDETTO DEL TRONTO – Alla presenza degli studenti degli istituti superiori cittadini “Capriotti”, “Leopardi” e “Rosetti”, si e’  tenuto stamattina, venerdì 11 dicembre, in Auditorium comunale un momento di riflessione su temi di stringente attualità: le origini dell’ISIS o Stato Islamico, l’organizzazione militare e terroristica che sostiene il fondamentalismo islamico e i possibili rischi di attentati per l’Italia.

Relatore della mattinata è stato il prof. Alessandro Orsini, direttore del Centro per lo Studio del Terrorismo dell’Università di “Tor Vergata” e docente della “Luiss” di Roma, ricercatore presso il “M.I.T.” di Boston ed autore di saggi e articoli per le maggiori riviste scientifiche internazionali specializzate sugli studi sul terrorismo e sullo stragismo.

Nel suo saluto, l’assessore Luca Spadoni ha sottolineato che “contributi e approfondimenti come quello di oggi aiutano a conoscere e comprendere un fenomeno che diffonde paure individuali e collettive”.

Con l’ausilio di cartine geografiche del Medio Oriente e del Nord Africa, scenari da cui muove le mosse il Daesh (l’altro nome dello Stato islamico), il prof. Orsini ha ripercorso le tappe fondamentali della sua formazione.

“Dopo le ultime stragi – ha spiegato Orsini – l’Occidente sta fronteggiando una situazione nuova. Da minaccia locale, l’Isis è divenuta problema globale. Da gruppo di disperati, sono diventati uno Stato con una amministrazione e un esercito formato da unità comprese tra 18mila e 30mila uomini. Questo ci fa comprendere che il terrorismo non è una ideologia, una concezione del mondo,  bensì una tecnica di combattimento”.

In merito ad un attentato terroristico in Italia, secondo Orsini “è possibile, ma poco probabile” in quanto, dai suoi studi, si evince che la logica dei terroristi jihadisti è “colpire coloro che li colpiscono. Non colpiscono mai – ha spiegato – solo perché un paese è cristiano. E ci sono tre vincoli che portano il Governo italiano a non dichiarare guerra all’Isis: uno costituzionale, in quanto non si posso dirimere le controversie attraverso la Guerra, uno culturale, perché il contesto sociale italiano è costituito da correnti politiche iperpacifiste (socialista, cattolica e liberale), il terzo di tipo logistico. Mancano infatti mezzi militari adeguati per affrontare una guerra. Tutto questo lascia supporre che l’Italia non sia obiettivo primario per i fondamentalisti islamici”.

Si è poi aperto un intenso e lungo dibattito con i ragazzi che sono rimasti molto attenti  durante tutto l’incontro.

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