GalantinoNell’omelia della Messa di Natale con i giornalisti, monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, ha sottolineato lo stile dei sacerdoti, religiosi e laici che nei campi profughi del Kurdistan iracheno “fanno violenza a se stessi e stando con quelle persone riescono a mettersi ad altezza d’occhio con loro, anzi ad altezza di cuore”. “Molte volte noi diamo agli altri, ma rimanendo in piedi”, mentre “occorre essere capaci di parlare ad altezza di cuore, anche fisicamente qualche volta”. L’augurio del segretario generale “a chi come voi ha questa responsabilità, questo peso, è di essere gente che esercita questa violenza prima di tutto nei confronti di se stessa, una violenza che purifica e aiuta a far crescere il Regno di Dio”. Vi auguro, ha detto ancora ai giornalisti, di essere “gente violenta in questo senso, capace di mettere a tacere la propria arroganza, esercitata in maniera impropria soprattutto nei confronti di chi non si può difendere” per “poter essere pacificatori della storia, degli altri”. Il nostro mondo, ha concluso, “ha bisogno di questa violenza, esercitata non nei confronti degli altri ma di noi stessi”.

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