Don Nicola

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COSSIGNANO – Cossignano ha vissuto l’appuntamento nazionale che l’ha vista proiettata in mondo visione ieri, domenica 29 novembre alle ore 11.00 su Rai1

Il Parroco Don Nicola Spinozzi durante l’omelia ha dichiarato: “Carissimi fratelli e sorelle, eccoci giunti alla Prima Domenica d’Avvento.
Inizia oggi un tempo particolare: per 4 settimane la Chiesa non smetterà mai di esortarci a vivere intensamente la nostra fede nell’attesa del Natale. Ma in cosa consiste concretamente questa esortazione?

Innanzitutto è un invito a scuoterci: Il Signore fissa il suo sguardo su di noi e ci invita alla gioia che Lui stesso ci porta. Sarà un cammino in cui dovremo lasciare aperto il nostro cuore alla grazia che ci viene donata, scuotendoci di dosso la pigrizia, per iniziare una conversione autentica che produca frutti di Carità.

Poi, dobbiamo risvegliarci dal sonno; dobbiamo essere pronti a testimoniare la nostra fede a tutti quei fratelli che stanno aspettando una Parola. Una Parola che possa cambiare la loro condizione.

La nostra vita ha questo fine: vedere Gesù nella sua potenza e incontrarlo nella sua gloria.

In questi giorni, la cronaca ce lo insegna: stiamo vivendo in un mondo in cui sembra che l’uomo abbia perso la ragione e sia in preda ad una follia generalizzata che produce la paranoia, annientando la Meraviglia. E invece noi abbiamo proprio bisogno di Meravigliarci, in questo tempo di Avvento, per continuare a sperare che alla fine, la Giustizia e la Pace trionferanno e possano far parte concretamente della nostra vita.

Ma che significa essere Cristiani oggi? Voi mi direte: “Oh prete, ma come facciamo ad essere misericordiosi e non cadere nella tentazione e nel vortice dell’odio, del pregiudizio, della paura in questo tempo in cui viviamo?” Umanamente non è possibile se ci lasciamo trasportare dai nostri sentimenti e non lasciamo spazio alla Misericordia di Dio che ci invita ad un amore in grado di generare il perdono.

Guardate che le letture di oggi non sono del tutto casuali. Già nella prima lettura il profeta Geremia ci parla di SPERANZA, una speranza per il futuro del popolo eletto che sta vivendo il dramma della distruzione di Gerusalemme. In questo tempo buio per il popolo eletto, e anche per tutti noi oggi, per poter sperare ancora, bisogna fare memoria di quanto il Signore ha fatto, sia ieri che oggi. Dice il profeta Geremia: “Verranno giorni nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto”. Ma concretamente, ci crediamo a questa profezia? La nostra speranza si realizza anche nella misura in cui rimaniamo fedeli a Dio e alle sue promesse.

Certamente, per aprirsi alla speranza, bisogna innanzitutto essere vigilanti e sovrabbondare nella comunione fraterna, come San Paolo evidenzia nella prima lettera ai Tessalonicesi. Solo in questo modo possiamo vivere da cristiani dando una testimonianza credibile, anche se molte volte viviamo dei momenti difficili nella quotidianità. E voi mi direte “oh prete ma questo lo fanno i Santi!”. Certamente, hai ragione e noi tutti, nessuno escluso, siamo chiamati alla Santità, una Santità nella Fraternità! Ed è questo l’invito di San Paolo. Guardate che la Santità, non è un discorso individuale, ma è qualcosa che si realizza insieme. Santi si diventa insieme agli altri e per gli altri.

Rileggiamo insieme il Vangelo appena ascoltato: “Vi saranno segni sulla terra angoscia di popoli in ansia, mentre gli uomini moriranno per la paura. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria”. Carissimi Fratelli e Sorelle nel Signore, queste sono parole di speranza! Vedete, Gesù ci indica come dobbiamo comportarci per poter incontrare senza le paure umane il Signore della gloria. Tutta la nostra vita con le gioie ma anche con le sofferenze, non è definitiva, ma transitoria, e la nostra croce diventa lo strumento di salvezza e di santificazione. Ognuno di noi, al di là della propria condizione, davanti al mistero della Passione e della Croce, reagisce con paura e confusione. Il comportamento che Gesù ci invita ad avere è quello annunciato nel Vangelo ascoltato: “Fatevi animo e alzate la testa perché la vostra liberazione è vicina” É dunque giunta l’ora della liberazione, l’ora in cui le catene della schiavitù, del peccato e della morte sono annientate per far posto alla Misericordia del Padre. Una misericordia che abbraccia tutti coloro che confidano in Lui per entrare nella Gloria dei Figli di Dio.

La domanda che mi sorge spontanea è: “come posso prepararmi per l’incontro con il Signore della vita?” E qui è proprio Gesù che ci risponde: “Vegliare e Pregare” ed in tutto questo i nostri fratelli malati, infermi e anziani, a cui va il mio affettuoso saluto, sono avvantaggiati.

Apriamo il nostro cuore alla Grazia di Dio per annunciare a tutti la Bellezza dell’incarnazione di Dio nella storia dell’uomo.

Che Maria, Madre nostra, ci aiuti e ci sostenga nel nostro cammino”.

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