pupazziDi Rino Farda

Nello Utah i bambini sotto i 4 anni delle famiglie che vivono in campagna, e che hanno meno mezzi di altri, possono frequentare uno speciale corso di alfabetizzazione online. Su un computer messo a disposizione dallo Stato, i bambini compiono i primi passi per la loro futura scolarizzazione.

Il programma è stato pensato soprattutto per le famiglie che vivono nelle zone più remote del paese e che avrebbero maggiori difficoltà a portare i figli ogni giorno nella scuola materna più vicina.

L’iniziativa del Governo dello Utah prevede addirittura l’installazione di pannelli solari per la produzione di energia elettrica (per far funzionare il computer) per quelle famiglie che ne sono sprovviste. Sono già più di 6.600 i bambini che partecipano a questo programma di educazione prescolastica che non ha uguali nel mondo. Gli insegnanti reali in carne e ossa sono stati sostituiti con i disegni animati di due procioni di nome Rusty e Rosy.

La formazione in aree rurali. Una volta, notizie di questo tipo sarebbero state “rubricate” come una delle solite “americanate”. In realtà dietro questa iniziativa dello Stato dello Utah c’è un problema molto più grande e che potrebbe presto riguardare anche altri parti del mondo. L’amministrazione Obama lo scorso anno ha assegnato una sovvenzione speciale di quasi dodici milioni di dollari per espandere la sperimentazione dell’educazione online in altre comunità rurali e per analizzarne con maggiore attenzione gli effetti nel percorso formativo dei bambini. Alcune scuole nel South Carolina stanno testando il programma e anche i legislatori dell’Idaho stanno cominciando a prendere in considerazione l’idea di avviare un programma pilota simile. Le motivazione sono di carattere sociale ed economico anche se è la politica a fare la parte del leone. A Washington si parla molto di educazione prescolare. I finanziamenti concreti però rimangono scarsi. Dicono gli esperti che il Congresso e la Casa Bianca vogliono “farsi belli” con questo tema ma non vogliono aprire i cordoni della borsa. Il programma online risponderebbe così a questa poco apprezzabile esigenza politica: costare poco e produrre un grande effetto mediatico. Si spenderebbe molto di più per costruire nuove scuole o assumere altri insegnanti.

Budget ridotti e povertà relazionale. Al di là dei consueti conflitti politici, rimane da dire però che l’iniziativa dello Utah ha comunque sollevato il velo su problemi molto seri del sistema educativo per l’infanzia. In America, ma non solo.

L’educazione online risolve infatti alcuni problemi di budget statale (lo Utah ha il bilancio scolastico più basso degli Usa) ma priva i bambini di quel gioco di relazioni sociali che sono fondamentali per la crescita.

Il programma si chiama “Upstart” ed è stato realizzato dall’Istituto di Waterford, un centro senza scopo di lucro con sede nello Utah, che ha a lungo venduto software didattico per scuole dell’infanzia. Il programma è cresciuto rapidamente fin dalla sua nascita nel 2008. Le valutazioni esterne hanno dimostrato che i bambini che lo usano fanno registrare insperati risultati di una positiva alfabetizzazione. “Upstart” costerà circa 5 milioni di dollari quest’anno, l’equivalente di circa 800 dollari per studente. Si tratta di circa la metà del costo del programma prescolare tradizionale finanziato dallo stato dell’Arizona, che è il meno costoso del paese, ed è solo una frazione del programma prescolare di Washington, che costa ben 15mila dollari per studente (questi dati sono stati elaborati dal centro di ricerca della Rutgers University del New Jersey). L’educazione prescolare, dicono i ricercatori, è fondamentale per orientare le future scelte dei ragazzi. Quelli che hanno potuto compiere un buon percorso di avvicinamento alla scuola, hanno meno probabilità statistiche di finire nei guai o di abbandonare gli studi. “Il problema però – dice Steven Barnett, direttore dell’Istituto Nazionale di ricerca per la prima formazione presso la Rutgers University – è che questi effetti derivano non solo dalla spinta accademica che le scuole dell’infanzia sono in grado di fornire, ma anche dalle competenze sociali ed emotive, come l’auto-controllo, che i bambini imparano solo giocando e entrando in relazione con i coetanei in carne e ossa”.

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