Mattarella“La voce dei cittadini europei, che si è levata alta in questi giorni per chiedere di combattere la barbarie, è stata testimonianza della pressante domanda di unità dell’Europa”. È un passaggio del discorso tenuto ieri dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di fronte all’emiciclo di Strasburgo. Che ha poi aggiunto: “Le istituzioni – e quelle europee non fanno eccezione – si rafforzano se sanno rinnovarsi, se sanno comprendere cosa può essere migliorato senza cedere a spinte distruttive o paralizzanti”. “Dobbiamo saper compiere, su tutti i terreni che ci vedono impegnati, scelte di maggiore unità”. E a questo punto ha difeso il principio della libera circolazione delle persone, “messa sotto pressione sia dal fenomeno migratorio sia dalla minaccia del terrorismo”. Essa ha “come suo logico corollario il rafforzamento della collaborazione fra Paesi membri per la salvaguardia e la gestione della frontiera esterna comune e, in un secondo tempo, la creazione di istituzioni comuni in grado di gestire i flussi migratori”. “Solo chi non vuol vedere può fingere di non sapere da dove viene la dolorosa carovana di persone che risale l’Africa e il Medio Oriente verso l’Europa. Ripetono la tragedia degli ebrei in fuga dal nazismo; delle centinaia di migliaia di prigionieri di guerra che vagavano in Europa, all’indomani della Seconda guerra mondiale, alla ricerca di focolari andati distrutti, dei profughi le cui case e comunità all’improvviso erano entrate a far parte di un altro Paese. Sono gli eredi di coloro che, a rischio della vita, valicavano il Muro di Berlino; dei cittadini che, sfidando i campi minati, cercavano di transitare dall’Ungheria in Austria. Il mondo è in movimento, sulle gambe di milioni di donne, uomini, bambini, spesso vittime di crudeli trafficanti di esseri umani: è un esercito inerme, che marcia alla ricerca della propria salvezza. Cosa possiamo opporre alle loro ragioni?”. “Si dirigono verso l’Europa, vista non soltanto come luogo del benessere ma ancor di più come spazio di libertà, di tutela dei diritti, di pace. Dobbiamo difendere la sicurezza dell’Europa, ma non possiamo deturparla per renderla meno attraente”. È dunque necessario per Mattarella “che l’Europa, nel suo complesso, aggiorni le proprie regole per fronteggiare un fenomeno che è diverso, per natura ed entità, rispetto al momento in cui le regole sull’asilo furono scritte. Gli accordi di Dublino fotografano una realtà un passato che non c’è più. Per questo sono superati: superati dalla realtà che è un giudice inflessibile”.

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