CesareLa fede nasce da luoghi “attendibili” che generano fiducia. È questo il vero significato dei santuari. Ne è convinto don Cesare Pagazzi, docente di teologia dogmatica presso gli Studi teologici riuniti dei Seminari di Crema-Cremona-Lodi-Vigevano, di cui è direttore e docente incaricato nella Facoltà teologica dell’Emilia Romagna, che nella seconda giornata di lavori del 50° convegno nazionale del Collegamento nazionale Santuari, in corso a Roma, ha ricordato che “il santuario è innanzitutto un luogo e gli uomini e le donne hanno bisogno di luoghi”, ma anche di persone: “Noi abbiamo fatto in casa l’esperienza di persone attendibili. Senza tutte queste esperienze non ci sarebbe fiducia. Senza questo senso di attendibilità che noi abbiamo sviluppato in un luogo, noi non compiremmo le nostre azioni umane”, ha osservato il relatore. “La sicurezza, l’assenza di paura, preservano dal peccato e il leggere dietro il peccato la paura che vi si nasconde è compito dei sacerdoti che nei santuari svolgono il loro lavoro attraverso il ministero della riconciliazione”, ha proseguito Pagazzi: “Nel santuario il credente non prova la paura, come nella propria casa dove si sente al sicuro e si può mostrare nel suo vero e autentico essere. E questo è tra i compiti primari del santuario: liberare dalla paura e dall’esposizione alla colpa, per cambiare nel profondo l’animo delle persone sia nel santuario ma soprattutto fuori, tra gli altri, in un mutuo fecondo scambio tra interno ed esterno”.

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