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Cardinale Parolin: il prete “non è un funzionario del sacro né un burocrate avvolto nel narcisismo”

ParolinIl prete “non è e non deve essere un funzionario del sacro, un burocrate avvolto nel narcisismo o chiuso nella formalità, e neanche una sorta di “capo” che spadroneggia sul gregge e si lascia abbagliare dalla “mondanità spirituale’”. A delineare “l’identikit” del sacerdote è il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, che è intervenuto ieri mattina al convegno promosso dalla Congregazione del Clero alla Pontificia Università Urbaniana sul tema “Una vocazione, una formazione, una missione”. “L’identikit del presbitero, che emerge dalle parole del Pontefice, riconduce il prete alla sua identità fondamentale”, ha detto il cardinale: “Il popolo di Dio ha bisogno di uomini unti dallo Spirito, abitati dalla consapevolezza che ‘l’unzione non è per profumare se stessi’, ma per uscire e annunciare il Vangelo, in special modo fra i poveri e i sofferenti, condividendo lo stile di Cristo, che si mette a servizio dell’umanità, lava i piedi ai discepoli e offre gratuitamente la propria vita per tutti”. Quali allora devono essere i percorsi formativi da offrire ai seminaristi e ai preti all’inizio e durante il cammino? Nel rispondere a questa domanda, il cardinale Parolin ha insistito sulla “vocazione”: “Non si tratta di essere istruiti in alcune nozioni, bensì di poter vivere un’esperienza discepolare di intimità con il Maestro”.