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“i rifugiati siriani non diventino il capro espiatorio”

I vescovi statunitensi criticano il governo nazionale a proposito della richiesta di porre fine all’accoglienza e al reinsediamento (“resettlement”) dei rifugiati siriani negli Stati Uniti. “Aggiungo la mia voce a quella di coloro che condannano questi attacchi – afferma il vescovo Eusebio Elizondo, presidente del Comitato sulle migrazioni della Conferenza episcopale Usa – e il mio sostegno a impegnarsi perché non accadano più fatti simili, in Francia e nel mondo”. “Sono però molto turbato – precisa – dalla richiesta delle autorità dello Stato nazionale e federale di porre fine al resettlement di rifugiati siriani negli Stati Uniti, persone in fuga dal terrore e dalla violenza come quella che abbiamo visto a Parigi. Sono famiglie molto vulnerabili, donne e bambini, che cercano solo di salvare le loro vite. Non possiamo penalizzarli a causa delle azioni di una organizzazione terroristica”. Il vescovo Elizondo ricorda che per entrare negli Stati Uniti i rifugiati devono passare una serie innumerevole di controlli e interviste, più che in ogni altro Paese. Ci vogliono almeno due anni per ultimare il processo di riconoscimento dello status di rifugiato. “Nel suo essere una grande nazione – conclude -, gli Stati Uniti dovrebbero mostrare la loro leadership durante questa crisi, invitando tutte le nazioni a proteggere le persone in pericolo e ponendo fine al conflitto in Medio Oriente”.