DIOCESI – Lectio delle Sorelle Clarisse del Monastero Santa Speranza sulle letture di domenica 8 Novembre.

I versetti del Salmo Responsoriale che la Liturgia di questa domenica ci propone, ci presentano un Dio che è fedele, che rende giustizia, che sfama, che libera, che ridona la vista, che rialza, che protegge, che sostiene…che ama!

Ma noi, facciamo quotidianamente l’esperienza di camminare accompagnati e custoditi da questo Dio? O le affermazioni del salmista rimangono solo delle belle parole, pregate, “recitate”, cantate…ma magari non vissute? Quando allora riusciamo davvero a sperimentare questo Signore che opera nella nostra vita di tutti i giorni?

La risposta ce la dà la donna protagonista della prima lettura. E’ una vedova ormai rimasta, in un tempo in cui la sua terra sta soffrendo per la carestia, senza alcuna prospettiva di vita, in attesa solo della morte una volta consumati, insieme con suo figlio, l’ultimo pugno di farina e l’ultima goccia di olio che possiede.

Come questa donna scopre il Dio che la ama? Quando sceglie di “gettare” nel tesoro di una Parola ascoltata per bocca del profeta Elia, tutto ciò che le è rimasto; quando sceglie di donare tutto ciò che ha condividendo il suo nulla con il profeta anch’esso affamato e assetato. Un donare, un gettare, un condividere solo ed esclusivamente in virtù di una Parola che promette vita, stabilità, resurrezione!

E’ la medesima esperienza che vive un’altra vedova, quella stavolta protagonista della pagina del Vangelo di Marco.

La folla, al tempio, getta monete nel tesoro. Tutti danno del loro superfluo e i loro beni restano intatti. La donna, invece, dà ciò che ha per vivere…e le rimane solo Dio. La vedova ha il coraggio di dare tutto; nessuna meraviglia, allora, se si trova a ricevere tutto, a sperimentare lo sguardo di un Dio a cui non sfugge nulla della sua vita.

Non è la quantità di beni che risolve la vita, ma la qualità del cuore. E il cuore sa trovare di chi fidarsi. Trovatolo, vi si butta con tutto se stesso, aggiungendovi poi tutta la mente, tutte le forze, tutta l’anima, in abbandono sincero, a rischio totale…così come Gesù ha fatto sulla croce per ciascuno di noi!

Dio proprio qui si fa trovare, proprio qui non manca di darci vita, e la vita in abbondanza. “Mangiarono lei, lui e la casa di lei per diversi giorni”: è quella fecondità che ci fa veramente e continuamente sperimentare il Dio che rinnova sempre la sua fedeltà, la sua protezione, il suo amore!

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