GianniDi Carlo Gentili

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PICENO – Questa settimana abbiamo intervistato Gianni Marcantoni

Gianni parlaci di te: “Ho iniziato a comporre versi all’età di quindici anni, ma le mie prime pubblicazioni sono avvenute nel 2008 su alcuni siti internet di settore. Nel 2011 sono usciti i miei primi due libri “Al tempo della poesia” e “La parete viva”, edito da Aletti, il terzo nel 2013 dal titolo “In dirittura” per Vertigo, e l’ultimo “Poesie di un giorno nullo” appena pubblicato, edito anche questo da Vertigo.  Lo scorso anno mi sono poi classificato primo assoluto al premio letterario internazionale “Versi d’agosto” IV^ edizione, con la poesia “E’ la notte la sua cupola”, mentre proprio di recente sono giunto finalista con l’opera “In dirittura” alla IX^ edizione del premio “Giovane Holden” tenutosi a Lucca questo settembre”.

Cosa intendi trasmettere con le tue opere? Parlaci del tuo rapporto con l’operazione artistica
Nel mio caso è stata una presa di coscienza totale ed immediata, io la chiamo una sorta di “folgorazione”, anche se già da bambino mi era capitato di comporre alcuni versi, ma forse sono stati questi episodi ad avermi poi aperto improvvisamente la strada alla scrittura. Come penso da sempre, la poesia è qualcosa che devi avere già dentro di te, e non si può decidere razionalmente di iniziare a comporre dal nulla. È un dono, o una qualità, che ti ritrovi ad avere dentro, credo fin dalla nascita.

Attraverso la mia scrittura penso di trasmettere i miei stessi stati d’animo, la tensione emotiva vissuta all’atto del componimento, ossia ciò che vive dentro di me, e che in un dato momento vuole uscire fuori in forma di poesia, con una forza indomita. Del resto essa riguarda tematiche ed argomenti di cui è difficile parlare nei normali rapporti di relazione con gli altri. Qui sono nella mia sfera più intima e profonda, ed in fondo credo sia per questo motivo che per diciassette anni non mi sono mai sentito pronto a pubblicare. Mentre il mio rapporto con la scrittura è costante. Non ci si può assentare, né estraniare dal fatto di scrivere. È qualcosa che ti appartiene, che si trova nel proprio “DNA intellettuale”.

Se dovessi spiegare in poche righe il tuo pensiero artistico o filosofico ad un ragazzino, cosa gli diresti?
Oh, non saprei di preciso, dipende dal tipo di ragazzino che avrei di fronte, anche se in realtà io stesso ho inziato da ragazzino.  Mi sono subito imbattuto nel dilemma e nelle tematiche dell’esistenza e della morte, con la più profonda inquietudine e sofferenza per il nostro destino umano, per il senso della perdita, della solitudine, che è ciò che ho iniziato quindi ad avvertire fin da subito. Forse ad un ragazzino direi di aspettare un po’ prima di iniziare a leggere le mie poesie…

 

Con quale segni, ricercatezze, particolari o simboli caratterizzi la tua arte? Quali riferimenti sintetizzano il tuo mondo artistico, tanto da renderlo riconoscibile?
La mia è una poesia emotiva, a tratti vicina alla prosa poetica, a tratti visionaria, mentre quando compongo degli aforismi il pensiero e la riflessione mi portano a scrivere versi più brevi e di impatto. Si possono trovare poesie ricche di metafore e di similitudini, come maggiormente è avvenuto nel mio ultimo libro, mentre altre volte sono composte da frasi semplici e dirette la cui comprensione arriva con più facilità al lettore. Oppure da un liguaggio quasi criptico, più complesso ed articolato nella sua struttura. Ma la poesia è un flusso in continuo movimento, in continua metamorfosi, credo comunque che il filo conduttore sia il mio stato d’animo di fronte alle circostanze della vita, la concezione più ampia che ho dell’esistenza umana e dell’essere, direi non proprio di piena fiducia.

Pensi che l’arte possa incidere nell’educazione e nella cultura?
Penso proprio di si! L’arte ha il potere di smuovere le coscienze addormentate, e anche di sensibilizzare la nostra parte più intima e silenziosa. L’arte è scoperta, conoscenza, apertura, e quindi cultura. Leggendo, ammirando, o anche attraversando l’arte, possiamo vivere moltissime emozioni, è qualcosa che scava e dialoga nel profondo del proprio animo. Essa credo aiuti anche a far nascere una certa forma di rispetto verso il prossimo, ma ovviamente dobbiamo parlare di vera arte, che non è sempre scontato trovare nel vasto mondo dell’arte che vediamo intorno. Mi viene in mente a tal proposito una frase di Bukowski che diceva “Ti aspetti di trovare poesia in una rivista di poesia? Le cose non sono così semplici”.

 

Perché l’Italia-Patria dell’arte- è così disattenta all’arte ed alla cultura? Cosa si potrebbe fare per trasmettere e divulgare al meglio l’arte?
Non credo sia sufficiente demandare a qualcuno il compito di renderci attenti ed aperti all’arte. Certo chi ha questo ruolo importantissmo, ha anche certamente il compito di occuparsene in maniera responsabile, ma in ogni modo ognuno deve lavorare su di sé. Questo è anche un discorso di maturità di ciascun individuo. Comprare un libro invece di spendere gli stessi soldi per qualcosa di vano, oppure decidere di guardare un programma a base culturale anziché demenziale per cercare di non pensare a nulla, è una scelta che riguarda noi. Attraverso la cultutra possiamo decidere di essere le persone che vogliamo, quantomeno riguardo al nostro spessore. Cercare di guardarsi intorno, di capire certi meccanismi, e di interrogarsi, non rendere tutto sempre troppo semplicistico. La realtà del resto è sempre molto complessa e piena di sfaccettature. La mente ed il pensiero vanno alimentate per il nostro stesso bene. Dico che “l’arte è il motore dell’anima”, senza di lei non possiamo che essere spenti.

Il tuoi ricordi piu’ belli legati all’arte, alla poesia? Le soddisfazioni piu’ grandi
Le più recenti soddisfazioni sono arrivate dai riconoscimenti che ho ottenuto lo scorso anno, e quest’anno. È stato un modo non solo per sentirsi apprezzati, ma anche per viaggiare e fare nuove conoscenze. Visitare luoghi bellissimi che altrimenti forse non avrei visto. Mentre anche vedere in continua crescita le letture e le condivisioni delle mie poesie sui vari siti internet, mi fa sempre molto piacere. Ho un gruppo di lettori che mi segue da diversi anni.

Arte come altruismo o arte come espressione individualistica? Arte come espressione personale o come impegno sociale?
Direi arte più come espressione individualistica e come espressione personale. L’arte che scrivo è parte di me, parte di ciò che ho dentro e che certamente mi giunge dal mondo esterno nel quale mi ritrovo a vivere, ma la finalità non è, nel mio caso, una poesia che si prefigge un impegno di tipo sociale. Non ho queste mire, e da ciò non mi sento al momento coinvolto. È il bagaglio che mi porto dietro, quello che ad un cetro punto inizia a bussare per voler uscire fuori e trovare il proprio spazio e la propria forma, ciò che vive nella parte più intima del mio animo, che è anche la stessa parte che vorrei raggiungere in chi mi legge. È il luogo dove nessun altro può trovarsi. Quando compongo siamo solo io e lei – la poesia.

Il tuo mondo di fantasia è popolato da …..
…da immagini piuttosto cupe…dalle mie paure, dal dolore che ha colpito varie volte la mia vita, dalle persone care che ho perduto troppo presto, dallo sconforto che ho provato in tante circostanze, dal senso di smarrimento e di abbandono che avverto dentro di me. Dalle difficoltà dei rapporti con l’altro. Tutta una serie di situazioni che mi fanno sentire molte volte un piccolo essere sperduto nell’oceano della vita, tra le sue forti correnti ed in procinto di annegare. Ma questo poi è anche il bello e la forza della poesia, poter comunicare tutto questo con un linguaggio diverso e personale, aperto alla totale fantasia del verso.

L’artista è solo un sognatore bohemien staccato dalla realtà o concentra in sé una personale visione del mondo che la società deve saper ascoltare?
Non credo di essere un grande sognatore, anzi, forse sognare mi porta troppo fuori dalla rotta della dura realtà che ho davanti, però a volte vorrei proprio esserlo, per avvertire in me maggiori speranze nel futuro e nella vita. La mia personale visione del mondo è talmente forte ed evidente che apre sempre la strada alle mie poesie. Ed il poeta deve essere sempre molto presente al mondo, perchè è ciò di cui deve parlare nella sua più ampia accezione. Se si ritrae dal mondo non avrà più un reale motivo per scrivere, e così la sua, diverrebbe una poesia isolata.

Arte e spiritualità nella tua opera. Spirito Religioso o misticismo laico entrano nel tuo percorso artistico?
Direi di si…Dio è molto presente nei miei versi perchè lo è nella mia vita, anche se non sempre ne parlo apertamente. Credo quindi che la mia sia una poesia molto spirituale, oltre che riflessiva, che si rivolge spesso anche verso coloro che non ci sono più, ma che continuano ugualmente a vivere dentro di me. Dio è la forza sovrana in assoluto, e l’uomo per saperlo accettare deve compiere un gesto di grande umiltà. È un Dio che non risponde forse in maniera troppo diretta e chiara alle nostre richieste, ma è un Dio che ascolta e che osserva tutto, ovunque egli sia. Quindi a volte restiamo nell’oblio dell’esistenza ad interrogarci sul senso di questa vita, ma forse la vita stessa deve proprio restare un mistero, dall’inizio, alla sua fine, quel mistero che così spesso anima l’opera dell’artista.

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